“Era lì da ore” cosa emerge ora su Rosa Vespa prima dell’effettivo rapimento della neonata: il suo gesto

Rosa Vespa, 51 anni, arrestata per il rapimento della neonata Sofia, ha confessato di aver agito da sola, simulando una gravidanza e ingannando familiari e personale medico.

Un caso di rapimento ha scosso la comunità di Cosenza, dove Rosa Vespa, una donna di 51 anni, è attualmente in carcere con l’accusa di aver sottratto la piccola Sofia dalla clinica Sacro Cuore. L’episodio è avvenuto il 21 gennaio e ha destato grande attenzione mediatica per le circostanze particolari che hanno portato a questo drammatico evento. Durante l’interrogatorio di convalida, Vespa ha fornito dettagli inquietanti su come ha pianificato e realizzato il rapimento, rivelando una fitta rete di inganni e manipolazioni nei confronti della sua famiglia.

I dettagli del rapimento di Sofia

Rosa Vespa ha dichiarato di non essere consapevole delle sue azioni al momento del rapimento. Durante l’interrogatorio, ha riferito di aver vissuto un momento di confusione e di non aver avuto l’intenzione di sottrarre un bambino a una madre. La donna ha affermato di essere entrata in clinica per ottenere il “dimesso” del suo presunto figlio, ma la situazione le è sfuggita di mano. Secondo le ricostruzioni, Vespa è rimasta all’interno della clinica per quasi due ore, vagando senza meta e destando sospetti nei presenti. Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato la sua presenza nella struttura, ma la sua condotta non ha attirato l’attenzione del personale medico.

Il giorno del rapimento, Rosa Vespa era stata accompagnata in clinica dal marito, il quale credeva che la moglie fosse appena diventata madre. La madre di Vespa stava organizzando una festa di benvenuto a casa, ignara della verità. Questo gioco di inganni ha avuto inizio quando la donna ha simulato una gravidanza, approfittando di un ritardo mestruale per ingannare la sua famiglia. Per mesi, ha finto di sottoporsi a controlli medici, convincendo i suoi familiari a rimanere all’esterno della clinica mentre lei si recava per le visite.

La simulazione della gravidanza

La simulazione della gravidanza da parte di Rosa Vespa è stata meticolosa. Ha creato un elaborato inganno che le ha permesso di ingannare non solo il marito, ma anche i familiari e gli amici. Durante i mesi precedenti al rapimento, ha mostrato fotografie di ecografie e ha fatto credere a tutti che la sua pancia stesse crescendo. Il marito, accecato dalla fiducia nella moglie, non ha mai messo in dubbio le sue affermazioni. Vespa ha anche utilizzato un tiralatte, come confermato da un cognato, per preparare il latte da portare alla clinica per il neonato, rendendo la sua finta gravidanza ancora più credibile.

Il giorno del presunto parto, l’8 gennaio, Rosa Vespa ha chiesto alla madre di non entrare in clinica, rimanendo quindi sola. Ha giustificato la sua lunga assenza dall’abitazione con la scusa di un presunto contagio da Covid-19. Questo stratagemma le ha permesso di guadagnare tempo e di organizzare il rapimento senza destare sospetti. Dopo aver simulato il parto per giorni, il 21 gennaio ha finalmente messo in atto il suo piano, portando via Sofia con sé.

Le conseguenze e le indagini

Una volta tornata a casa, Rosa Vespa è stata accolta dalla sua famiglia, ignara della verità. Poco dopo, però, la polizia ha bussato alla porta, interrompendo la festa e portando a galla la verità sul rapimento. Gli investigatori hanno sequestrato i telefoni della donna per analizzare le comunicazioni e raccogliere ulteriori prove. La difesa di Vespa ha già annunciato la volontà di richiedere una perizia psichiatrica per valutare la sua condizione mentale al momento dei fatti.

Il caso ha suscitato un grande interesse pubblico e ha messo in luce le vulnerabilità di un sistema che può essere ingannato da una persona che, purtroppo, ha stravolto la vita di una madre e di una neonata. Gli sviluppi futuri delle indagini e le eventuali decisioni del giudice per le indagini preliminari saranno cruciali per stabilire le responsabilità e le conseguenze legali di questo drammatico episodio.