“Era per legittima difesa”, le dichiarazioni di Giovanni Padovani
Giovanni Padovani, l'uomo che ha brutalmente ucciso la sua ex Alessandra Matteuzzi, ha raccontato la sua versione dei fatti
Giovanni Padovani, il 27enne che ha brutalmente ucciso la sua ex Alessandra Matteuzzi, nega le accuse di premeditazione.
Il calciatore e modello di Senigallia ha dichiarato di aver portato con se il martello con cui ha ucciso la 56enne, per legittima difesa, perché era già capitato che la sorella di Alessandra e il fidanzato lo aggredissero.
Mi ha minacciato bandendo un crick e volevo difendermi.
Così il Gip ha chiesto l’aggravante dello stalking, ma non la premeditazione, Giovanni Padovani, prima di partire da Senigallia per raggiungere Bologna, si è preparato uno zainetto, all’interno del quale ha messo il martello. Una volta raggiunto casa di Alessandra Matteuzzi, ha nascosto l’arnese dietro un albero ed ha atteso il rientro della sua ex.
Ha spiegato di essersi già recato da lei, nei giorni precedenti, per chiarire degli episodi che non lo facevano stare bene. Stavano insieme dal 2021, ma a luglio la donna aveva deciso di lasciarlo, poiché aveva scoperto alcuni tradimenti.
Aveva iniziato ad aggiungere i miei amici sui social e questa cosa andava chiarita.
Da qui l’ossessione che potesse iniziare una relazione con qualche suo amico. Così ha chiesto un permesso all’allenatore e si è recato a Bologna, dove ha aspettato Alessandra per parlare. Ma la sorella della vittima ha raccontato ben altro. Giovanni l’ha attesa con un vero e proprio agguato, le avrebbe anche staccato la luce dai contatori.
Si è recata dai contatori con uno spray urticante. Aveva paura di lui.
Alla fine, i due hanno parlato e hanno anche avuto un rapporto intimo. Un dettaglio che anche la sorella di Alessandra ha confermato. Ma la 56enne si è subito pentita. Dopo che Giovanni è ripartito, ha smesso di rispondergli al telefono.
Padovani ha spiegato alle autorità di essersi sentito usato e di aver deciso di tornare a Bologna. Ha nascosto il martello ed è salito sul tetto.
Quando Sandra, così tutti la chiamavano, lo ha visto, si è spaventata e lo ha informato di aver già chiamato la polizia. È stato in quel momento che il 27enne ha iniziato a colpirla, a mani nude, con il martello e anche con una panchina in ferro battuto che si trovava nell’atrio del palazzo. Alessandra Matteuzzi è morta, massacrata dal suo ex, che aveva già denunciato per stalking a fine luglio.