Femminicidio di Pordenone: la lettera al killer del figlio di 8 anni
La questura di Pordenone, durante le indagini ha trovato una lettera scritta dal figlio del killer
Lo scorso 25 novembre, proprio nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, si è verificato, in provincia di Pordenone, l’ennesimo caso di femminicidio. Giuseppe Forciniti, infermiere calabrese di 33 anni, ha ucciso sua moglie pugnalandola con un coltello da cucina. Gli inquirenti, durante le indagini e le perquisizioni, hanno trovato una lettera sul comodino dell’assassino, scritta da uno dei due figli della coppia.
L’uomo, Giuseppe Forciniti, infermiere calabrese, era residente in una villetta a schiera a Roveredo in Piano. La notte tra il 24 e 25 novembre ha impugnato un coltello da cucina e ha sfogato la sua ira contro sua moglie, Aurelia Laurenti, di 32 anni.
Purtroppo, a soffrire di questa ennesima tragedia, non è stata solo la vittima, ma anche molte altre persone colpite in maniera indiretta. Le famiglie della donna e dell’uomo, ad esempio, ma anche i due bambini.
Proprio uno di loro, quello di 8 anni, prima che accadesse il tutto, aveva scritto una lettera e l’aveva lasciata sul comodino di suo padre, di colui che poco dopo ha stroncato la vita della sua mamma. Nella lettera, trovata e letta dagli inquirenti, il bambino implorava suo papà di non litigare più e di tenere duro. Parole che fanno rabbrividire e che certo non ci si aspetta da un’anima innocente come può essere un bambino di soli 8 anni.
Pordenone: il bambino di 8 anni ascoltato in questura
A seguito del ritrovamento di questa lettera, che mette ancora più in luce una conflittualità da lungo presente all’interno del nucleo familiare, gli inquirenti hanno deciso di ascoltare il bambino nella Questura di Pordenone.
Al suo fianco è stata presente, per tutta la durata della chiacchierata, una psicologa che lo ha assistito passo passo durante questa sorta di interrogatorio. Hanno specificato che le domande sono state effettuate senza troppe pressioni o forzature e che la priorità è stata quella di preservare la serenità del bimbo.
Pare che il piccolo, al contrario di quanto affermato dal padre, la sera del femminicidio fosse presente in casa. Si sospetta che addirittura si fosse accorto o avesse sentito qualcosa.
Nel frattempo, sempre ieri, è avvenuta la convalida dell’arresto di Forciniti. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto che la vittima sia la moglie dell’assassino.