Filippo Turetta e le macchie di sangue trovate in auto: cosa dovranno stabilire gli agenti
Filippo Turetta e le macchie di sangue trovate dentro la macchina: cosa vogliono capire ora gli inquirenti
Entro la fine della prossima settimana, la Fiat Punto che appartiene proprio a Filippo Turetta dovrebbe arrivare in Italia. Proprio dentro questo veicolo, le forze dell’ordine vogliono cercare di trovare ulteriori dettagli sul delitto che ha portato alla scomparsa di Giulia Cecchettin.
Gli inquirenti grazie a degli accertamenti specifici, dovranno capire se il ragazzo ha sferrato il fendente fatale sul collo della ragazza, nella zona di Fossò oppure proprio dentro la sua auto.
La Fiat Punto al momento si trova ancora in Germania, dove è stato fermato il 22enne. Era fermo sulla corsia di emergenza dell’autostrada, perché era rimasto senza benzina.
All’arrivo degli agenti, ha confessato subito il delitto di Giulia e non ha mai opposto resistenza. Alla fine dopo 7 giorni in arresto in Germania, è stato estradato in Italia ed ora si trova rinchiuso nella casa circondariale di Verona.
Sarà proprio la Fiat Punto a dare ulteriori risposte agli inquirenti che si stanno occupando del caso. Potranno avere altri dettagli sul delitto, ma anche capire come la povera Giulia ha perso la vita, per mano del suo ex fidanzato.
Il delitto e le aggravanti che potrebbero peggiorare la situazione di Filippo Turetta
Filippo e Giulia dopo circa un anno e mezzo di relazione, si erano lasciati. Lei era stanca della sua gelosia ed aveva deciso di chiudere la storia, ma visto che aveva dei sensi di colpa, aveva scelto di continuare ad essergli amica.
Così la sera dell’11 novembre sono usciti insieme ed hanno mangiato al centro commerciale di Marghera. Dopo essere usciti da lì, tra loro è scoppiata all’improvviso una lite, forse per l’ennesimo rifiuto da parte della ragazza, che si è conclusa con il delitto.
Filippo ha messo fine alla sua vita e poi si è sbarazzato del corpo nella zona boschiva che si trova vicino al lago di Barcis. Successivamente lui si è dato alla fuga, per 7 lunghi giorni. La mattina di sabato 18 novembre hanno ritrovato la salma di Giulia e la sera hanno fermato il 22enne in Germania.
Ora si trova rinchiuso nel carcere di Verona. I consulenti incaricati dalla famiglia Cecchettin ora stanno facendo ulteriori accertamenti per dare al ragazzo altre aggravanti, come la premeditazione, la crudeltà ed anche lo stalking.