Gianluca Vialli torna a parlare del cancro che lo affligge da ormai 5 anni
Il 18 marzo, su Netflix uscirà una docuserie, ideata da Cattelan, in cui Gianluca Vialli sarà protagonista parlando della sua malattia
Uno degli uomini simbolo dell’Italia dell’ultimo periodo è stato senza dubbio Gianluca Vialli. Il capo delegazione della nazionale italiana fresca campionessa d’Europa, dal 2017 sta lottando contro un cancro al pancreas che, tra alti e bassi, non lo molla ancora del tutto. Al settimanale Oggi è tornato a parlare della malattia e della lezione che quest’ultima gli ha insegnato.
Lo ha definito fin dall’inizio un “ospite indesiderato“. Questo è il tumore per Gianluca Vialli.
Durante una puntata di Sogno Azzurro, un programma che è andato in onda prima dell’inizio del campionato europeo di calcio dell’estate scorsa, con molta lucidità aveva detto:
Io con il cancro non ci sto facendo una battaglia. Perché non credo che sarei in grado di vincerla. È un avversario troppo più forte di me. Il cancro è un compagno di viaggio indesiderato, però non posso farci niente.
È salito sul treno con me e io devo andare avanti, viaggiare a testa bassa, senza mollare mai, sperando che un giorno questo ospite indesiderato si stanchi e mi lasci vivere serenamente ancora per tanti anni! Perché ci sono ancora molte cose che voglio fare!
La lezione imparata da Gianluca Vialli
Sono passati altri mesi da queste parole. Mesi in cui Gianluca ha vissuto tante emozioni, tra cui anche la vittoria dell’Europeo insieme al suo amico Roberto Mancini. E mesi in cui comunque ha continuato la sua lotta.
Tutto questo, sarà raccontato in una delle puntate di “Una semplice domanda“, una docuserie ideata e realizzata da Alessandro Cattelan che andrà in onda su Netflix dal prossimo 18 marzo.
Il settimanale Oggi ha pubblicato un’intervista all’ex campione, nella quale c’è qualche anticipazione. Intervista nella quale Gianluca parla di nuovo della sua malattia e della lezione che essa gli ha impartito.
Ho paura di morire. Non so quando si spegnerà la luce né cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire.
Penso che il concetto della morte serva per capire e apprezzare la vita. La vita è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede, ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico questo al punto di essere grato nei confronti del cancro ma perché, nonostante la malattia, ci sono anche momenti bellissimi.