Giovane mamma vuole vedere il figlio di 10 anni crescere: è alla terza diagnosi di cancro
La donna racconta come si è accorta che qualcosa non andava
Elissa Blake è una giovane mamma che vuole vedere il figlio di 10 anni crescere. Purtroppo prima di compiere i 30 anni ha già ricevuto tre diagnosi di neoplasia. Il male sembra non volerla assolutamente lasciare e lei è preoccupata di dover lasciare il bambino, che è sempre al suo fianco, come mostrano le foto diffuse online. Tutti sperano che possa accompagnare il più a lungo suo figlio nella crescita.
La donna ha deciso di sottoporsi a un costoso trattamento da decine di migliaia di dollari dopo che i medici le hanno detto che il cancro alla cervice uterina è tornato. L’ultima diagnosi, però, è peggiore delle precedenti, perché la neoplasia è incurabile.
La donna, che lavora come infermiera a Brisbane, in Australia, ha dovuto interrompere i festeggiamenti per il suo trentesimo compleanno dopo aver ricevuto la diagnosi. Dopo il secondo trattamento si è resa conto che il male era tornato, per un malessere paralizzante in tutto il corpo.
Ho continuato ad andare dai dottori, ma mi hanno dato solo antidolorifici e mi hanno mandato a casa. Sapevo che c’era qualcosa che non andava, non era normale che qualcuno soffrisse così tanto.
La donna ha passato molti giorni a letto. Il figlio di 10 anni era sempre accanto a lei, per aiutarla con impacchi caldi e coccole. Ha perso 15 chili perché non aveva più appetito. Elissa ha così deciso di provare l’immunoterapia per poter vedere crescere Chase.
Giovane mamma vuole vedere il figlio di 10 anni crescere, ma le cure sono costosissime
La famiglia ha dovuto raccogliere migliaia di dollari per poterla aiutare. La zia ha raccontato:
I medici non l’hanno mai offerto, lo sapevamo solo perché alcuni amici ci hanno detto di esaminarlo. I medici hanno ammesso che è la migliore possibilità per Elissa di liberarsi dal cancro. Il fatto che non sia gratuito per il suo cancro, ma lo sia per gli altri, è la pillola più difficile da ingoiare. Ecco perché non ne parlano alla gente, ma devono dare alle famiglie questa possibilità.