Giovanni Padovani davanti al Gip: si è avvalso della facoltà di non rispondere
Giovanni Padovani si è presentato davanti al Gip di Bologna in tenuta sportiva e si è avvalso della facoltà di non rispondere
Giovanni Padovani è apparso davanti al Gip, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Andrea Salvatore Romito ha convalidato l’arresto e disposto la misura cautelare.
Dopo il brutale omicidio di Alessandra Matteuzzi, donna 56enne di Bologna, l’omicida è rimasto ad attendere le autorità e si è lasciato prendere, senza la minima resistenza.
Si è presentato davanti al giudice in tenuta sportiva, maglietta nera e pantaloncini corti verde fosforescenti. “È molto provato”, queste le dichiarazioni del suo legale, che non ha voluto aggiungere altro, spiegando che il suo assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Giovanni Padovani era ossessionato dalla sua vittima, che aveva deciso di lasciarlo e di denunciarlo ai Carabinieri, per via dei suoi comportamenti ossessivi.
Prima di morire, la donna aveva raccontato alle autorità che le rendeva la vita impossibile, la controllava costantemente. Pretendeva che lei le inviasse video ogni 10 minuti tramite WhatsApp, per mostrargli dove si trovasse in ogni momento e a che ora. Si presentava a casa sua senza avvisare, le aveva tagliato le gomme dell’auto e messo lo zucchero nel serbatoio. Alessandra aveva paura, lo aveva raccontato alla sorella e perfino ai vicini, ai quali aveva chiesto di non aprire a quel ragazzo.
Quel tragico giorno era stata a casa della sorella, ma poi aveva deciso di tornare a casa per dare da mangiare al suo anziano cane. Ma sul portone, ha trovato ad attenderla proprio Giovanni Padovani. Si è accanito contro di lei, prima a mani nude e poi con un martello. L’ha ridotta in fin di vita ed ha atteso l’arrivo delle autorità. “Non vedo l’ora che arrivi la polizia”, queste le parole dell’assassino ad un vicino di casa che ha cercato di intervenire. “Non ce l’ho con voi”.
Le forze dell’ordine stanno indagando anche sulla provenienza del martello, il ragazzo potrebbe averlo rubato dall’officina di suo nonno prima di arrivare a Bologna. Se così fosse, l’accusa sarà anche quella della premeditazione.