Giulia Cecchettin, ai funerali la lettera di papà Gino commuove tutti
Per l'addio a Giulia Cecchettin, papà Gino ha voluto leggere una commovente lettera, in occasione dei funerali che si sono svolti in una chiesa a Padova gremita di gente
Tanta commozione in occasione dell’ultimo saluto alla giovane ragazza deceduta in Veneto. Tante persone hanno voluto dire addio a Giulia Cecchettin, nei funerali durante i quali una lettera di papà Gino ha commosso tutti quanti. L’uomo aveva detto che avrebbe detto due parole non solo sulla sua Giulia, ma anche su quello che le è stato fatto. Per sensibilizzare tutti su un tema di cui non si parla mai abbastanza.
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Alla fine del funerale, papà Gino, come aveva preannunciato nei giorni scorsi, ha letto una lettera per la sua amatissima figlia. Fino a quel momento aveva assistito alla scena, abbracciando e tenendo stressi a sé i figli Elena e Davide.
Giulia Cecchettin, ai funerali la lettera del papà commuove tutti
Abbiamo vissuto un momento di profonda angoscia, ci ha travolto una tempesta terribile. Ci siamo bagnati e infreddoliti, ma ringrazio tutti quelli che si sono stretti attorno a noi. Il vostro sostengo è quello di cui avevamo bisogno in queste settimane terribile. Grazie al vescovo, alle forze dell’ordine e a tutte le istituzioni.
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Così inizia la lunga lettera di Gino Cecchettin, che ricorda com’era sua figlia:
Giulia era come l’avete conosciuta, allegra e felice. Oltre alla laurea che si è guadagnata, il suo spirito indomito ci ha ispirati tutti. Il femminicidio è figlio di una cultura sbagliata, come può accadere tutto questo. Come è potuto accadere a lei?
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Le responsabilità sono tante, così continua il papà di Giulia Cecchettin:
Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci coinvolge tutti. Mi rivolgo prima agli uomini: parliamo agli altri maschi ed evitiamo che questa cultura venga minimizzata. Non giriamo la testa di fronte a determinati gesti, anche i più lievi. Insegniamo ai nostri figli ad accettare anche le sconfitte, facciamo in modo che tutti rispettino la sacralità dell’altro.
Per poi concludere con un appello importante:
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci priva del contatto dell’altro: è importante la connessione umana autentica, perché questa mancanza può portare a decisione tragiche. I giovani devono imparare a comunicare. La scuola ha un ruolo fondamentale. Bisogna investire in programmi educativi per imparare ad affrontare le difficoltà senza ricorrere alla violenza.