Giulia Cecchettin poteva essere salvata? “Il collegamento è avvenuto dopo”. Le versione dei fatti dei Carabinieri a Chi l’ha visto
Il collegamento tra il testimone e la scomparsa di Giulia Cecchettin sarebbe avvenuto solo dopo la denuncia del padre della 22enne
Durante l’ultima puntata del programma televisivo Chi l’ha visto, condotto da Federica Sciarelli, si è tornati a parlare del caso di Giulia Cecchettin e della denuncia fatta dal testimone la sera dell’11 novembre.
I Carabinieri hanno spiegato la propria versione dei fatti anche davanti alle telecamere di Chi l’ha visto. Purtroppo nessuno ha collegato la chiamata di quel testimone di Vigonovo, con la scomparsa della ventiduenne, fino alla denuncia del padre Gino Cecchettin.
Il collegamento tra i due fatti è avvenuto dopo che il padre ha denunciato la scomparsa di Giulia in stazione e dopo che ha pubblicato post sui social per chiedere aiuto nelle ricerche. I Carabinieri a quel punto associano la telefonata alla scomparsa della ragazza acquisendo la testimonianza del cittadino.
Cosa è successo la sera dell’11 novembre intorno alle 23:15? Un uomo, residente del posto, ha visto due persone litigare in un parcheggio, una sagoma che ne prendeva a calci un’altra a terra e la voce di una donna che gridava “Così mi fai male”. Poi ha visto la Punto scura allontanarsi. Il testimone ha chiamato i carabinieri, spiegando dell’aggressione e che purtroppo non era riuscito a prendere la targa. Tuttavia, poiché sembrava un litigio ormai finito, nessuno è intervenuto. Nemmeno per un semplice controllo. Ma quei due in quel parcheggio erano proprio Filippo Turetta e Giulia Cecchettin, quella vista dall’uomo era la prima aggressione della ventiduenne.
Dopo averla caricata a forza nella sua Punto, Filippo Turetta si è recato a Fossò, dove le telecamere di videosorveglianza della zona hanno ripreso una seconda aggressione.
La denuncia del padre di Giulia Cecchettin
Il giorno successivo, il padre di Giulia ha denunciato la sua scomparsa e spiegato le forze dell’ordine le sue paure. Ma nonostante ci fossero i segnali, il suo è stato classificato come allontanamento volontario.
Verranno ora effettuati tutti gli approfondimenti necessari per verificare se le procedure operative siano state eseguite in modo corretto. Sarà fondamentale capire se dopo quella chiamata al 112, che è stata sottovalutata, Giulia Cecchettin poteva essere salvata.
Secondo quanto emerso durante la trasmissione, sarebbe stato lo stesso testimone a contattare Gino Cecchettin dopo aver visto i suoi appelli sui social. E solo dopo che il papà è tornato in caserma, le forze dell’ordine avrebbero collegato i due fatti.