Giulia Lavatura si getta dal nono piano con la figlia ed il cane: parla la zia paterna
Le dichiarazioni della zia di Giulia Lavatura, su cosa hanno vissuto negli anni e dopo la nascita della piccola Wendy
La zia di Giulia Lavatura, Rosetta Lavatura Berardi, ha scelto di raccontare la situazione che stava vivendo da anni la nipote ed anche il fratello, suo padre. In queste ore la donna si trova ricoverata in ospedale, ma è in stato di arresto per il delitto della figlioletta Wendy di 6 anni e del cane.
La mamma 41enne era seguita già da tempo dal servizio di igiene mentale, che si trova nella città di Ravenna. Nella prima mattina di lunedì 8 gennaio, mentre era in casa con la famiglia, ha deciso di compiere un gesto estremo.
Si è gettata dalla finestra della sua abitazione al nono piano, in una palazzina che si trova in via Dario Dradi. Con sé ha portato la figlia di 6 anni Wendy e la cagnolina femmina, chiamata Jessy.
Purtroppo la piccola e l’animale, a causa della violenta caduta, non ce l’hanno fatta. Lei invece, forse dopo esser finita su una rete dei ponteggi, è finita sul prato ed è riuscita miracolosamente a sopravvivere.
Al momento si trova ricoverata all’ospedale Bufalini di Cesena. Il suo legale, che ha avuto la possibilità di incontrarla, ha detto che è dispiaciuta per il decesso della sua bimba e del cane. Anche lei desiderava perdere la vita. La zia paterna, intervistata dal programma Rai, Ore14 ha deciso di dire la sua verità.
Il racconto della zia di Giulia Lavatura
Non è possibile che una persona malata possa decidere per sé stessa. Quando noi parenti chiedevamo aiuto, dicevano che noi parenti non potevamo decidere per lei, che avrebbe dovuto chiedere lei di farsi ricoverare.
Una famiglia che ha una persona che sta male, è completamente abbandonata. Ecco perché nella sua mente, io ed il padre, siamo diventati i tiranni, perché siamo quelli che l’abbiamo fatta ricoverare. Quando sta male tira fuori l’odio, quando sta bene chiede scusa.
Giulia è una persona dolce, intelligente ed affabile. Quando sta male, se la prende con il padre perché si ricorda dei ricoveri. Aveva deciso quando era incinta che io ed il padre non potevamo vederla. Passavamo giorni nascosti, per vederla passare.
Dopo la nascita della bambina, fu ricoverata per un mese. Tenemmo noi la bambina. Quando è tornata era un’altra persona. Ne sono certa che in questi ultimi tempi aveva interrotto la cura. Purtroppo noi non ce ne siamo accorti. Dai messaggi, pareva tranquilla. Non avevamo il timore per Wendy, a lei era molto affezionata e legata.