Giuseppe Conte, fiducia al governo: le parole più usate alla Camera dei deputati
Giuseppe Conte chiede la fiducia al governo bis tra M5S e PD: quali sono state nel suo discorso le parole più usate alla Camera dei deputati?
Giuseppe Conte chiede la fiducia al governo alla Camera dei Deputati, prima di chiederla in Senato. Il nuovo esperimento governativo tra M5S e Partito Democratico cerca di iniziare a lavorare. E nel suo discorso il premier elenca le promesse del nuovo esecutivo. Quali sono state le parole più usate?
Giuseppe Conte fa un discorso ai deputati e, di fatto, anche alla nazione per archiviare il primo governo Conte, quello che guidava l’esecutivo composto dal Movimento 5 Stelle e Lega fino a quando Matteo Salvini non ha innescato una crisi che ha portato il premier a dare le dimissioni e il presidente della Repubblica a contattare tutte le delegazioni politiche per trovare una nuova soluzione.
La parola “paese” è sicuramente la parola più riportata, insieme alle parole “nostro” e “governo”. Si rivolge al Presidente della Repubblica e all’Italia intera per parlare di un “progetto di governo del paese” che abbia “forti caratteristiche di novità”. A anche di rottura rispetto a chi è venuto prima di loro. Niente odio, urla, liti, selfie o social. Ma “equilibrio, misura, sobrietà e rigore”.
Insomma, l’intento è quello di “volgerci alle spalle il frastuono dei proclami inutili e delle dichiarazioni bellicose e roboanti” e di essere “pazienti anche nel linguaggio”, perché “la lingua del governo sarà una lingua mite”, dando all’esecutivo un volto umano, usando anche le parole di Saragat. E cita ancora una volta il nuovo umanesimo.
Giuseppe Conte parla di “sviluppo, dell’innovazione e dell’equità sociale”, di “prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile”, di opportunità storica, di lavoro, di salari adeguati e condizioni di vita degne. Il premier parla di un programma che mira a migliorare scuole, università, asili nido, servizi alle famiglie. Anzi, il primo intervento sarà sugli asili nido.
Scuola, ricerca e giovani sono al centro del programma. Così come inclusione, innovazione, investimenti, infrastrutture e sostenibilità. C’è un paese da ricostruire. Senza dimenticare le pmi, la riforma fiscale, la riforma delle tasse sul lavoro con il salario minimo e una giusta rappresentanza sindacale, senza dimenticare la sicurezza sul lavoro.