“Ha infranto il protocollo accanto alla bara di Papa Francesco” Chi è Suor Genevieve e che cosa ha fatto

Geneviève Jeanningros, amica di Papa Francesco, esprime il suo dolore durante l'ultimo saluto, evidenziando l'impatto del pontefice sulle comunità marginalizzate, in particolare le donne trans.

Un momento di grande tristezza ha colpito la comunità cattolica con la morte di Papa Francesco. La figura del pontefice, noto per il suo impegno verso i più vulnerabili, ha lasciato un vuoto profondo, non solo tra i fedeli ma anche tra coloro che hanno trovato in lui un punto di riferimento e un sostegno. Questo articolo esplora il legame speciale che il Papa aveva con le persone trans e il suo impatto sulla loro vita.

Il dolore di Geneviève Jeanningros

Con un piccolo zainetto verde sulle spalle, Geneviève Jeanningros si è avvicinata al feretro di Papa Francesco, visibilmente colpita da un dolore sincero. Nel momento in cui i cardinali e i vescovi sfilavano in processione per dare l’ultimo saluto, Geneviève è rimasta ferma per diversi minuti, cercando di asciugarsi le lacrime con un fazzoletto. Questa religiosa, amica intima del Papa, ha dedicato la sua vita agli ultimi, in particolare alle persone trans e ai membri del circo, che ha presentato anche al pontefice. È stata tra le prime a rendere omaggio a Francesco, il cui corpo è esposto nella basilica di San Pietro.

Per Geneviève, la perdita non riguarda solo la figura del Papa, ma colpisce profondamente una persona cara con la quale aveva condiviso momenti significativi. La religiosa ricorda con affetto le occasioni in cui si incontravano durante le udienze generali del mercoledì, dove Francesco la chiamava affettuosamente «l’enfant terrible» per il suo sguardo vivace e il suo spirito. Oggi, il peso del dolore le impedisce di esprimere a parole il suo ricordo, lasciando che siano le lacrime a raccontare il suo affetto.

Papa Francesco, suor Geneviève e l’impegno per le donne trans

Ogni mercoledì, Geneviève occupava un posto accanto a don Andrea Conocchia nell’Aula Paolo VI. Don Andrea è il parroco di Torvaianica, noto per aver accolto le donne trans nella sua chiesa. Entrambi hanno dedicato la loro vita agli ultimi, ricevendo incoraggiamenti continui da Papa Francesco. L’affetto e il supporto del pontefice erano evidenti, e don Andrea non ha potuto nascondere la sua commozione all’uscita dalla basilica.

Il parroco ha riflettuto sulle donne trans che hanno trovato nel Papa un’importante figura di riferimento. Ha condiviso il dolore di coloro che, in questo momento di lutto, si sentono smarrite e abbandonate. Don Andrea ha ricevuto messaggi vocali da diverse persone, tra cui una donna di nome Camilla, che esprimeva la sua disperazione per la morte di Francesco, sottolineando quanto il pontefice avesse fatto per loro. Le sue parole risuonano con il dolore di una comunità che ha perso una guida e un sostenitore.

L’ultimo saluto

Don Andrea ha espresso il desiderio di tornare a San Pietro per rendere un ultimo saluto al Papa, sottolineando l’importanza di farlo con le donne trans e alcuni amici omosessuali. La chiesa della Beata Vergine Immacolata, situata a Torvaianica con vista sul mare, diventa il luogo dove la comunità si riunisce per onorare la memoria di Francesco. Il parroco ha condiviso i suoi sentimenti di grande dolore e profonda tristezza, riflettendo su quanto il Papa avesse significato per le persone che ha aiutato e sostenuto nel corso degli anni.

Don Andrea ha sperato fino all’ultimo che il Papa potesse riprendersi e continuare a guidare la comunità durante le udienze generali del mercoledì. Ora, con la sua scomparsa, esprime la preoccupazione per il futuro delle persone che hanno trovato in Francesco un sostegno e un riconoscimento. Ha auspicato che le porte che il Papa ha aperto non si chiudano e che i processi iniziati possano continuare con coraggio e determinazione.