“Ho sentito gridare, poi..” parla un super testimone dell’omicidio di Sharon Verzeni: cosa è emerso nelle ultime ore
Una donna di 59 anni racconta cosa ha sentito la notte del delitto di Sharon Verzeni, la donna accoltellata misteriosamente a Terno d'Isola
Non si fermano le indagini per risalire alla verità sull’omicidio nel tranquillo paesino di Terno dell’Isola, in provincia di Bergamo. Sharon Verzeni, una giovane barista di 33 anni, ha perso la vita in circostanze misteriose, accoltellata in via Castegnate. L’area purtroppo è priva di telecamere di sicurezza e gli inquirenti brancolano nel buio. Nonostante quasi un mese di inchiesta, il responsabile di questo efferato crimine rimane ancora ignoto.
Le testimonianze raccolte finora tracciano un quadro inquietante di quella tragica notte. Una vicina di casa di Sharon, una donna di 59 anni che stava guardando la televisione in soggiorno con il figlio, ha riferito al Corriere della Sera di aver sentito le grida della giovane subito dopo le coltellate.
“All’improvviso ho sentito gridare aiuto, aiuto, ma non mi sono preoccupata subito perché qui gira di tutto e spesso capita di sentire schiamazzi.”
Spaventata dalla richiesta di soccorso ripetuta, la donna si è affacciata alla finestra, ma ha potuto vedere solo Sharon, che barcollava e poi è caduta a terra, coperta di sangue.
Non ho visto biciclette, né uomini scappare a piedi. In direzione della piazza ho la visuale coperta dagli alberi mai potati del cortile. Avrei potuto forse notare qualcuno se fosse scappato nella direzione opposta, non c’era nessuno”.
In quei drammatici momenti, due giovani a bordo di una Lancia Y bianca si sono fermati per soccorrere Sharon. Sono stati loro a chiamare i soccorsi. Tra i primi ad arrivare, un carabiniere che ha tentato disperatamente di incoraggiare la giovane donna a non mollare. Ma ogni tentativo è stato vano: alle 2.15 del mattino, l’ospedale ha confermato la tragica notizia del suo decesso.
Le forze dell’ordine, intervenute rapidamente, hanno transennato la zona nel tentativo di bloccare ogni possibile via di fuga per l’assassino. Tuttavia, l’aggressore sembra essere scomparso nel nulla, lasciando dietro di sé solo domande senza risposta. Le telecamere di sorveglianza presenti in altre aree del paese hanno registrato una ventina di persone indistinte in quell’orario. Tra queste potrebbe nascondersi il volto del colpevole.
Uno degli aspetti più inquietanti di questa vicenda è la possibilità che Sharon conoscesse il suo assassino. Il delitto sembra essere stato pianificato con precisione: l’aggressione è avvenuta in una strada senza telecamere e in un orario notturno, quando il paese era deserto. Sergio Ruocco, il compagno di Sharon, interrogato più volte, ha accompagnato i carabinieri durante dei sopralluoghi nella villetta dove la coppia viveva da tre anni. Ruocco non è indagato, e il movente dietro l’omicidio rimane oscuro.
La vita di Sharon Verzeni appare apparentemente semplice, divisa tra il lavoro al bar pasticceria Vanilla di Brembate e la famiglia. Tuttavia, resta un’ombra che avvolge la sua esistenza e il terribile destino che le è toccato. Con il passare del tempo, cresce l’angoscia e l’urgenza di trovare il responsabile di questo crimine, affinché giustizia possa essere fatta per una giovane vita spezzata troppo presto.
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