I risultati dell’autopsia sul corpo della giovane Chiara Gualzetti
Morte Chiara Gualzetti: l'esame autoptico conferma la morte avvenuta per le coltellate ricevute al torace
Nella giornata di ieri, venerdì 2 luglio 2021, si è svolta l’autopsia sul corpo di Chiara Gualzetti. La giovane di Monteveglio, in provincia di Bologna, è morta praticamente sul colpo a causa di due fendenti ricevuti al torace, che hanno provocato lesioni gravissime ai polmoni. Ad assistere il medico legale incaricato dalla Procura, anche un esperto anatomopatologo incaricato dalla famiglia della vittima.
I risultati dell’esame autoptico svolto sul cadavere della giovane Chiara, hanno confermato tutte quelle che erano le ipotesi dettate anche dalle prove e dai dettagli forniti dallo stesso killer.
Il ragazzo di 16 anni, che aveva appuntamento con Chiara domenica pomeriggio, l’ha uccisa con numerose coltellate alla gola, al torace e al collo. Due fendenti in particolare, entrambi al torace, sono stati quelli fatali.
Il medico legale ha riscontrato anche dei traumi alla testa, dovuti ai calci che il ragazzo ha dato a Chiara mentre era ancora a terra agonizzante.
In pratica, tutto coincide con i stessi dettagli che lo stesso assassino aveva erroneamente confidato ad un’altra sua amica, subito dopo aver ucciso Chiara.
Soltanto pochi minuti dopo il delitto, infatti, il giovane aveva inviato dei messaggi audio ad una sua amica. Note vocali nelle quali diceva per filo e per segno di aver ucciso Chiara. Di averlo fatto perché non la sopportava più e di averla presa a calci in testa, fino a quasi rompersi un piede.
Il movente dell’assassino di Chiara Gualzetti
Fin dal suo arresto, il ragazzo di 16 anni colpevole e reo confesso del delitto, ha raccontato agli inquirenti di aver agito perché spinto da una voce interiore demoniaca.
Inizialmente si è dubitato della sua capacità di intendere e di volere. Ma a seguito di alcune perizie e dopo aver valutato tutte le prove, il gip del Tribunale dei minori di Bologna, ha convalidato il fermo e l’arresto del ragazzo.
Secondo lui, le modalità e la forte premeditazione dell’omicidio, evidenziano una lucidità ed una spietatezza molto importanti. Mostrate sia durante il delitto, sia durante la descrizione dello stesso.
La stessa lucidità e capacità di intendere e volere, che potrebbero portarlo assolutamente ad uccidere ancora. Oppure a fuggire da forme detentive diverse dalla reclusione in carcere. Per questo motivo, fino a nuove disposizioni, il killer resterà rinchiuso nel carcere di Bologna.