Il dolore di Francesco, figlio della grande Carla Fracci
Francesco, figlio di Beppe Menegatti e Carla Fracci, ha raccontato gli ultimi istanti di vita di sua mamma
La settimana che si sta concludendo porterà per sempre con sé il grande dolore per la morte di una grandissima personalità italiana. Giovedì 27 maggio, infatti, si è spenta per sempre Carla Fracci, per moltissimi anni etoile del Teatro alla Scala di Milano e ballerina apprezzata in tutto il globo. Ieri, sono arrivate le parole di suo figlio, Francesco Menegatti.
Per intuire quanto sia stata grande Carla Fracci, basta guardare le immagini dell’ultimo saluto che in tanti, tantissimi, le hanno voluto dare. La camera ardente è stata allestita in quella che è stata la sua casa per un numero incredibile di anni, la Scala di Milano.
Carla si è spenta a 82 anni dopo aver lottato a lungo con un tumore che alla fine l’ha portata via. Lei, però, lo ha affrontato con tenacia e coraggio fino alla fine. Basti pensare che ha lavorato fino a qualche mese fa.
In un’intervista rilasciata a La Repubblica, suo marito Beppe ha detto:
Vorrei dire tante cose, perché è una vita insieme, dal 1953 a oggi che ci si conosceva, abbiamo fatto tante cose, un figlio meraviglioso che è qui con me e presto arriveranno anche i nipoti da Roma, ma è troppo triste. Troppo. Ho chiuso il mio telefono, perché non resisto emotivamente, ci stanno chiamando da tutto il mondo. Dal Sudafrica al Giappone, da New York, da Londra. Una cascata di amore che viene riversato su Carla da questa grande famiglia teatrale internazionale a cui sono grato.
Le parole del figlio di Carla Fracci
Ieri ha voluto parlare per la prima volta anche Francesco, figlio di Carla Fracci e di Beppe Menegatti. Ha voluto anche lui raccontare la grandezza di sua mamma e gli ultimi momenti della sua vita.
Lei ci ha lasciato con la convinzione di aver fatto del bene, credo fosse fiera di averci reso persone serie con solidi principi. Una raccomandazione che mia madre ripeteva, ed è significativo del suo carattere, era di rimanere fedeli agli aspetti più semplici della vita. Ricordava con orgoglio la sua infanzia trascorsa a governare le oche nella campagna del cremonese. Non si è mai montata la testa, nonostante la ribalta.
Ha resistito con tenacia, orgoglio, e una dignità fuori dal comune. Doti che l’hanno sempre accompagnata, anche in vita. C’è stato un rapido peggioramento, ed è volata via. Sì, volata. Non parole, ma sguardi pieni di profondo amore per me, per mio papà Beppe, per la collaboratrice storica Luisa, per mia moglie Dina e per i suoi nipoti, Giovanni e Ariele.