Il duro commento dei genitori di Kata, dopo che due dei suoi zii, sono stati iscritti sul registro degli indagati

Il duro commento dei genitori di Kata, dopo che la Procura ha deciso di iscrivere 5 persone sul registro degli indagati

Sono ancora in corso tutte le ricerche per la scomparsa della piccola Kata, dallo scorso 10 giugno, da quando di lei si sono perse tutte le tracce. In queste ultime ore, la Procura ha deciso di iscrivere sul registro degli indagati, ben 5 persone.

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Tra loro come detto già in precedenza, ci sono i due zii, uno materno ed uno paterno e due donne. Questo perché gli inquirenti da alcuni filmati di video sorveglianza, hanno visto qualcosa di importante.

Da ciò che è emerso hanno visto una persona uscire dall’ex hotel Astor, quello stesso 10 giugno, con uno zaino ed un trolley. Entrambe queste borse, per le forze dell’ordine avrebbero potuto contenere la bambina.

In più, dopo un controllo nelle stanze di quella struttura, hanno trovato delle tracce ematiche in un lavandino. Per questo gli inquirenti hanno deciso di emettere questi avvisi di garanzia, nei confronti di queste persone.

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Sperano che da un nuovo controllo nell’hotel, possano trovare delle risposte concrete, su quello che è successo alla piccola Kata. I genitori però, hanno deciso di commentare duramente questa decisione. Davanti all’ex albergo, hanno fatto delle dichiarazioni alla stampa.

Le dichiarazioni dei genitori di Kata

In Procura non mi dicono niente, noi siamo i genitori, vogliamo sapere. Fare questa cosa di indagare mio fratello e mio cognato, mi fa pensare che non trovano niente e vogliono mettere nei guai noi, e questo non va bene.

Ho fiducia in mio fratello ed in mio cognato, li conosco bene, sono sicuro che non sanno niente ed hanno detto tutta la verità. Incolparli mi offende.

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Con queste parole dure, il padre della piccola Kata, ha voluto fare un commento su questa notizia. Anche la madre Kathrine ha voluto dire la sua opinione. La donna ai giornalisti ha detto:

Dobbiamo aspettare, ma sono sicura che loro non c’entrano. Non hanno una pista, io voglio sapere la verità. Mi rivolgo a Lidia, che era l’amministratrice, chi sa qualcosa parli.