Il giudice ha deciso sul destino di Indi Gregory: “Le macchine verranno staccate lunedì”

Il giudice ha deciso, Indi Gregory non verrà in Italia, lo stop ai macchinari rimandato a lunedì

La tensione cresce ora dopo ora, la storia della piccola Indi Gregory è ormai entrata nel cuore di tutti. I genitori stanno cercando di fare il possibile per salvare la loro bambina e per portarla in Italia.

il caso della piccola indi gregory

Il giudice dell’Alta Corte di Londra ha deciso di accordare i medici britannici, staccare le macchine è per loro l’unica cosa giusta da fare per mettere fine all’agonia di Indi Gregory. La bambina è affetta da una malattia mitocondriale incurabile. Tuttavia, l’ospedale Bambino Gesù di Roma si è offerto di accoglierla e sottoporla alle cure sperimentali. È scesa in campo anche Giorgia Meloni, la Premier ha concesso alla minore la cittadinanza italiana urgente.

il caso della piccola indi gregory

L’ok del giudice, però, non è arrivato. Non è stato concesso ai due genitori nemmeno di portare la propria figlia a casa per il fine vita. Il termine dei supporti vitali è stato spostato a lunedì. L’unica speranza è che entro tale giorno, si riesca a trovare un accordo tra Italia e Regno Unito.

Giorgia Meloni avrebbe scritto una lettera al Lord Cancelliere e al Segretario di Stato per la Giustizia, chiedendo di sensibilizzare le autorità giudiziarie.

Il papà della piccola Indi Gregory

La piccola Indi Gregory è destinata a spegnersi insieme alle macchine, per questo il suo papà non si spiega perché non possa essere portata in Italia, nonostante lui e la moglie siano d’accordo. È stato stabilito che un viaggio potrebbe peggiorare la sua condizione, ma quanta importanza può avere se tanto il suo destino è comunque segnato? Questo è il pensiero del papà, che continua a far sentire la sua voce, per impedire che le spine della sua bambina vengano staccate.

il caso della piccola indi gregory

Pensiamo che sia nel miglior interesse di Indi venire in Italia per ricevere le cure che potrebbero aiutarla a respirare, aprendo una valvola attraverso l’impianto di uno stent, per poi poterci concentrare sulla sua malattia mitocondriale che può essere trattata con queste terapie. Lei vuole vivere, è una combattente, non merita di morire.