Il legale dell’associazione Penelope rivela altri dettagli sull’autopsia di Saman Abbas
Serviranno altri esami sui resti, per stabilire le modalità del decesso di Saman Abbas, la 18enne pakistana scomparsa da Novellara
Nella giornata di ieri, sono emersi nuovi dettagli sull’autopsia effettuata sul corpo di Saman Abbas, la diciottenne pakistana scomparsa da Novellara circa un anno e mezzo fa.
Secondo il medico legale non è morta soffocata, come invece si era creduto fino ad ora, dopo la testimonianza di uno dei suoi cugini attualmente detenuto. I primi risultati dell’autopsia parlano di un taglio alla gola. Sarà ora necessario capire se quel taglio sia la causa del decesso o se sia stato fatto dopo.
Il legale dell’associazione Penelope, parte civile nel processo su Saman Abbas, ha rilasciato un’intervista alla testata Fanpage.it, rivelando ulteriori dettagli.
Altri esami sui resti
Barbara Iannuccelli ha spiegato che il corpo senza vita rinvenuto a Novellara è stato sotterrato a due metri di profondità per un anno e mezzo. Fortunatamente, nonostante non sia stato protetto e sia stato oggetto di attacco per batteri e animali, i tessuti possono ancora essere sottoposti a tutte le analisi necessarie.
Secondo l’avvocato quindi, sarà facile ottenere risultati certi dall’autopsia. E il medico riuscirà a depositare la relazione completa entro il tempo stabilito.
L’autopsia effettuata sui resti, è avvenuta davanti ad entrambe le parti. Come deciso dalla Corte d’Assise di Reggio Emilia.
Saman Abbas, si attende l’esito del Dna
Si parla del corpo di Saman Abbas, ma la certezza con il DNA non è ancora arrivata. La prova regina, come l’ha chiamata lo stesso procuratore capo. È quasi certamente la diciottenne pakistana, poiché indossava gli stessi vestiti nei video delle telecamere di sorveglianza, ma sarà comunque necessaria la prova schiacciante.
Dopo un anno e mezzo si è finalmente arrivati ad una svolta davanti ad uno dei casi più misteriosi della cronaca italiana. A condurre gli inquirenti vicino al casolare a Novellara, è stato lo zio Danish, secondo l’accusa esecutore materiale del delitto.
Nel frattempo si continua a cercare la madre Nazia, l’unica ancora latitante e si attende l’udienza per l’estradizione del padre Shabbar in Italia.