Il possibile movente di Filippo Turetta sull’omicidio di Giulia Cecchettin: ecco cosa ha dichiarato
Il movente del delitto di Giulia Cecchettin, spiegato da Filippo Turetta davanti al pm: non accettava che lei non voleva tornare con lui
Filippo Turetta per 9 lunghe ore ha scelto di rispondere alle tante domande del pm, nella giornata di venerdì 1 dicembre. Ha spiegato anche il possibile movente dietro al delitto della sua ex fidanzata 22enne, Giulia Cecchettin. Non poteva accettare l’idea che non era più sua.
In quelle stesse ore, nell’istituto di medicina legale di Padova, il medico stava eseguendo l’autopsia sul corpo della ragazza, che ha portato a nuove importanti scoperte.
La 22enne nei minuti dell’aggressione, ha provato a difendersi in tutti i modi. Infatti aveva tagli sia sulle braccia, che sulle mani. Però non è riuscita proprio a sfuggire alla furia di Turetta.
Il ragazzo durante l’interrogatorio ha provato a ricostruire tutti i minuti del delitto ed anche i giorni della sua fuga. Il pm, gli ha chiesto anche il movente che lo ha spinto a compiere un gesto del genere e lui avrebbe detto:
L’amavo, la volevo per me, non accettavo che fosse finita.
Queste sarebbero state le parole di Filippo Turetta, per spiegare cosa lo ha spinto a mettere fine alla vita della sua ex. Non la laurea o altri motivi, ma solo perché Giulia non voleva tornare insieme a lui.
Il delitto di Giulia Cecchettin, commesso da Filippo Turetta
La sera dell’11 novembre, dopo essere usciti insieme per andare al centro commerciale, al culmine di una lite, ha messo fine alla sua vita. Successivamente ha abbandonato il corpo della ragazza, nella zona boschiva vicino al lago di Barcis.
Dopo una fuga durata circa 7 giorni, gli agenti della polizia tedesca hanno trovato Filippo fermo sull’autostrada vicino a Lipsia. Era sulla corsia di emergenza, perché era rimasto senza benzina.
Dopo 7 giorni di arresto in Germania, Filippo è tornato in Italia e si trova ora nella casa circondariale di Verona. Dal primo interrogatorio con il Gip, ha detto di essere il colpevole e di voler pagare le sue responsabilità per ciò che ha fatto.