Il racconto del papà della piccola Alba, offesa mentre giocava in spiaggia per via della sua diversità
Luca Trapanese, papà della piccola Alba, ci ha lasciato una lezione molto importante. Ecco le sue commoventi parole diffuse sul web
Questa è la storia della piccola Alba, raccontata dal suo papà Luca Trapanese. L’uomo ha lasciato al mondo del web una lezione molto importante, di cui tutti dovrebbero fare tesoro.
Questo papà ha adottato la bambina 5 anni fa, Alba è affetta dalla Sindrome di Down. È una bambina bellissima e dolcissima, eppure esistono ancora persone che non riescono a capire quanto a volte la cattiveria possa ferire i sentimenti altrui.
Luca Trapanese vive a Napoli e oggi è Assessore delle politiche sociali del comune di Napoli e presidente presso A Ruota Libera. Sul suo profilo ufficiale, ha raccontato la spiacevole esperienza che ha vissuto con la piccola Alba, mentre si trovavano al mare.
Le parole del papà della piccola Alba
Qualche giorno fa ero al mare con Alba. Giocavamo alle giostre in spiaggia. Si è avvicinato un bimbo e, senza minimi termini, mi ha detto che secondo la sua mamma Alba è malata e anche brutta. Sono rimasto di pietra. Non sapevo nemmeno cosa rispondere, perché mia figlia non è malata e la sua disabilità non la invalida dell’essere una bambina felice, oltre ad essere oggettivamente bella. Quel bimbo, grazie alla sua mamma, rappresenta una parte della società ostile alla diversità, indifferente al dolore, incentrato sul raggiungimento di una perfezione che non esiste.
Qualche giorno dopo, nel pomeriggio, il papà ha ricevuto la foto di Alba, mentre camminava mano per mano con un compagnetto di scuola, Arturo.
Poi lunedì pomeriggio mi arriva questa foto di Alba con Arturo, un suo compagno di classe con questo messaggio: “Grazie a te e ad Alba…lei riesce a sfiorargli le mani…e il cuore “.
Ed è qui che Luca Trapanese si è fermato a riflettere su come la società dovrebbe essere e su cosa dovremmo davvero insegnare ai nostri figli. Non bisogna mai considerare una priorità il proprio bambino o pretendere che sia il migliore, il più bello.
Bisognerebbe iniziare a ragionare sul bene comune, partire dall’idea che sono TUTTI figli nostri, nonostante le diversità, e che ognuno di loro ha diritto alla FELICITÀ e non al primato di “migliore”. Bisognerebbe costruire una società incentrata sull’idea del “villaggio” dove le ricchezze, le gioie, i problemi, le difficoltà si condividono ed i figli diventano di un’intera Comunità. Certo è che posso rendere Alba la bambina più abile del mondo, le posso garantire le migliori terapiste, posso cercare per lei la scuola più preparata, ma se non sarà accolta dalla società come una persona e non come una handicappata il mio lavoro è stato del tutto inutile. Grazie Arturo perché con questa foto mi hai ridato la speranza che avevo perso qualche giorno fa.