Indi Gregory, il giudice ha dato l’ok per staccare le macchine: “Giovedì 9 novembre alle 14:00”

I genitori della piccola Indi Gregory sono disperati, il giudice ha dato l'ok per spegnere le macchine che tengono in vita la loro bambina

Il giudice britannico ha deciso, le macchine che tengono in vita la piccola Indi Gregory verranno staccate alle 14:00 (ora locale) di oggi, 9 novembre 2023. La bambina affetta da una rara malattia mitocondriale si trova ricoverata all’ospedale di Nottingham.

il caso della piccola indi gregory

Per i medici che l’hanno in cura, non esiste una terapia che possa aiutarla e staccare le macchine, è l’unico modo per mettere fine alla sua agonia. I genitori hanno provato ad opporsi, è arrivato anche un aiuto dall’Italia. L’ospedale Bambino Gesù di Roma si è offerto di accogliere la piccola Indi Gregory e di occuparsi del suo piano terapeutico. Anche Giorgia Meloni è intervenuta, ha concesso alla bambina di soli 8 mesi la cittadinanza urgente italiana, così da concederle un trasferimento in Italia. La Premier si è detta disposta a fare tutto il possibile per tenere in vita la minore e aiutare i suoi genitori. Tuttavia, l’ok dall’Alta Corte di Londra non è arrivato.

il caso della piccola indi gregory

I genitori di Indi Gregory sono disperati

I genitori di Indi sono disperati, non è stato concesso loro nemmeno di portarla a casa. Non è nell’interesse della bambina, così come non lo è un trasferimento in Italia, che potrebbe compromettere le sue condizioni. Ma il papà non ci sta. L’unica alternativa che è stata data a lui e sua moglie, è quella di vedere la propria figlia spegnersi insieme al supporto vitale.

il caso della piccola indi gregory

Il giudice dell’Alta Corte di Londra, Robert Pell, ha indicato “come luogo più adatto per Indi, un hospice. In alternativa, la famiglia può decidere di lasciare la bambina al Queen’s Medical Centre di Nottingham”. L’orario indicato per lo stop ai trattamenti è “non prima delle 14 di giovedì”, per permettere la presentazione di ulteriori azioni legali da parte della famiglia.

Il portavoce della famiglia, Jacopo Coghe e il legale Simone Pillon hanno fatto sapere che prima delle sentenza, il Servizio Sanitario Nazionale ha minacciato la famiglia di staccare i macchinari prima della decisione, senza la presenza della famiglia. Anche il piano di assistenza National Health Services Trust stabilisce che i genitori dovrebbero avere un supporto sulla decisione di dove sarebbe meglio ricevere supporto per la propria figlia. Tuttavia ciò, secondo i legali, non sarebbe nemmeno stato preso in considerazione. L’unica speranza è un accordo, prima dell’ora stabilita dalla sentenza, tra l’Italia e i medici britannici.