Ipotesi farmaco nel latte: Alessia Pifferi aveva studiato tutto?
Le accuse nei confronti di Alessia Pifferi potrebbero cambiare dopo le analisi sul latte e i risultati dell'autopsia su Diana
Le prossime ore saranno decisive per stabilire la posizione di Alessia Pifferi, la madre 37enne che ha abbandonato e condannato a morte la piccola Diana.
Il Gip ha lasciato cadere l’accusa di premeditazione, perché la donna si sarebbe resa conto di ciò che aveva fatto e delle possibile conseguenze, soltanto con il trascorrere dei giorni. Ma, come lo stesso giudice ha spiegato, tutto potrebbe cambiare dopo l’analisi del latte e l’autopsia.
Il quadro potrebbe decisamente cambiare se dall’indagine autoptica risultasse che la madre aveva somministrato alla bambina il farmaco alle benzodiazepine rinvenuto presso l’abitazione e che l’indagata ha negato di avere mai dato alla figlia.
Se l’ipotesi degli inquirenti dovesse trovare conferme, Alessia Pifferi verrà accusata anche di omicidio premeditato. Nessuno ha sentito piangere Diana, nessun vicino ha affermato di aver sentito il minimo rumore provenire da quella casa. Per questo, le autorità sostengono che la 37enne potrebbe aver somministrato il farmaco alla bambina, per tenerla calma fino al suo ritorno.
La piccola Diana è morta di stenti, da sola in una casa vuota, per colpa della sua mamma. Una mamma che ha anteposto i suoi bisogni all’amore ossessionato per il suo compagno.
La spiegazione di Alessia Pifferi sul farmaco trovato in casa
L’En rinvenuto in casa era aperto, gli agenti non hanno trovato nessuna ricetta e non sono riusciti a rintracciare quell’uomo, che secondo Alessia Pifferi, avrebbe lasciato il farmaco in casa sua durante le notti trascorse insieme. La 37enne ha confessato di averle dato solo della tachipirina, perché Diana era irrequieta ed era certa che fosse per i dentini. Ma nessuna scatola del medicinale era presente nell’abitazione.
Come è possibile che i vicini di casa non abbiano sentito una bambina di più di un anno urlare, mentre moriva di fame e di sete? Diana è nata prematura, a sette mesi di gestazione. In passato aveva presentato problemi ai reni e i medici hanno constatato una grave situazione di denutrizione. Sarà da stabilire anche se, nei successivi mesi, le negligenze della madre abbiano peggiorato le sue condizioni di salute e di crescita.
Gli inquirenti stanno analizzando anche il cellulare di Alessia Pifferi, dal quale sono emerse diverse chat con uomini che la donna conosceva online. Era disoccupata, anche se raccontava tutt’altro e forse, si faceva pagare per sostenere le sue spese.
La 37enne, secondo il pm, è apparsa lucida durante l’interrogatorio.