La famiglia di Alice Scagni sporge denuncia contro lo Stato
Omissione di atti d'ufficio: questa la denuncia della famiglia di Alice Scagni contro lo Stato. La tragedia si sarebbe potuta evitare
I genitori di Alice Scagni e Alberto Scagni hanno sporto denuncia contro lo Stato, per omissione di atti d’ufficio.
Non smettono di far sentire la loro voce, perché se le autorità fossero intervenute dopo le loro chiamate, oggi Alice sarebbe ancora viva.
Alberto non stava bene, tormentava la famiglia, si comportava in modo pericoloso e pretendeva sempre più soldi. Lo stesso giorno in cui la donna ha perso la vita dopo 17 coltellate da parte del fratello, i genitori avevano chiamato le forze dell’ordine.
Avevano ricevuto un’ultima chiamata da parte del figlio, voleva sapere dove si trovavano la sorella e il cognato. L’audio è stato reso pubblico e dopo aver interrotto la conversazione, la famiglia ha chiamato gli agenti, ma nessuno è intervenuto. Avevano anche allertato, nei giorni precedenti, il servizio di igiene mentale, ottenendo il suggerimento di intervenire con un trattamento sanitario obbligatorio.
Alice Scagni: le parole del legale della famiglia
Il legale che rappresenta la famiglia Scagni, Fabio Anselmo, ha dichiarato:
L’omicidio poteva essere evitato. Allo stato degli atti, non si può non considerare il dolo degli autori dell’omissione rispetto ai fatti avvenuti il 1 maggio scorso. I genitori di Alberto e Alice Scagni hanno chiesto l’intervento della forza pubblica affinché fosse impedito al figlio di fare del male alla sorella: le forze dell’ordine non hanno assunto alcuna iniziativa.
Non si capisce perché, a fronte degli allarmi ricevuti, la dottoressa informata dei fatti abbia aspettato di parlare con il suo primario prima di programmare la convocazione di Alberto per una visita il 2 maggio. Non è chiaro perché non abbia proceduto direttamente.
Il 2 maggio, giorno precedente all’indimenticabile delitto, Alberto Scagni avrebbe dovuto sottoporsi ad una visita. Le lunghe attese hanno portato a ciò che più la famiglia temeva.
La stessa sera della richiesta di intervento delle autorità, alla quale nessuno ha risposto in modo adeguato, Alberto Scagni si è presentato sotto casa di sua sorella e si è accanito su di lei con 17 coltellate.