“La morte di Giulia l’ha…” le parole commosse di Gino Cecchettin al funerale di sua mamma: dolore e commozione

Carla Gatto, 76 anni, nonna di Giulia Cecchettin, è scomparsa improvvisamente. I funerali si sono svolti a Beverare, dove sono stati ricordati il suo amore per l'arte e il sacrificio per la famiglia.

Il 15 febbraio è stata una data tragica per la comunità di Beverare, nel rodigino, a seguito della scomparsa di Carla Gatto, una donna di 76 anni la cui vita è stata caratterizzata dall’amore per la famiglia e dall’impegno nella scrittura e nelle arti. Il dolore della sua perdita ha colpito profondamente i suoi cari, i quali hanno partecipato ai funerali, un evento che ha visto una grande affluenza di persone a testimonianza del suo impatto nella comunità.

I funerali di Carla Gatto a Beverare

La cerimonia funebre di Carla Gatto si è svolta ieri presso la chiesa di “Santa Maria Assunta” a Beverare. Presenti i suoi figli Gino e Alessio, insieme a numerosi amici e conoscenti, tra cui i sindaci di Vigonovo e San Martino di Venezze, Luca Martello ed Elisa Sette. L’atmosfera era carica di commozione, con un centinaio di persone che hanno voluto rendere omaggio a una donna che ha dedicato la sua vita alla famiglia e alla comunità.

Gino Cecchettin, uno dei figli, ha condiviso parole toccanti sulla madre, descrivendola come una persona che ha sempre anteposto le esigenze degli altri alle proprie. Carla, secondo il racconto del figlio, aspettava il momento giusto per realizzare i suoi sogni, che includevano la scrittura e la pittura. Tuttavia, la sua vita è stata segnata dalla sofferenza dopo la morte della nipote Giulia, evento che ha avuto un impatto devastante su di lei.

Un percorso di arte e scrittura

Carla Gatto è stata una figura poliedrica, con un profondo amore per l’arte. La sua carriera artistica ha iniziato a prendere forma attraverso la pittura, ma ben presto ha ampliato i suoi interessi includendo la poesia e la scrittura. Ha pubblicato il romanzo “Con lo zaino in spalla”, che le ha permesso di emergere nel panorama letterario locale, facendola diventare un membro significativo del Gruppo Autori Polesani.

Nonostante la sua passione e il suo impegno, la scrittura di un secondo libro, centrato su un giovane protagonista, è rimasta incompiuta a causa della sua prematura scomparsa. La comunità letteraria ha perso una voce importante e una creativa che aveva molto ancora da offrire.

Ricordi e riflessioni sulla vita di Carla

Don Giuliano Gualmini, che ha officiato la cerimonia funebre, ha ricordato Carla come una donna straordinaria, non solo per i suoi talenti, ma anche per la sua capacità di sostenere gli altri. Durante la tragica perdita della nipote, Carla ha mostrato una forza inaspettata, mettendo da parte il proprio dolore per essere di supporto a chi le stava intorno. Questo aspetto della sua personalità ha lasciato un segno indelebile in chi l’ha conosciuta.

Gino Cecchettin ha chiuso il suo discorso con una riflessione profonda sui sogni mai realizzati della madre. Ha raccontato di come Carla, cresciuta in un’epoca in cui le ambizioni femminili erano spesso messe da parte, abbia sempre cercato di fornire alla sua famiglia un ambiente sicuro e arricchente. La sua passione per la lettura ha voluto trasmetterla ai figli, desiderando che potessero scoprire il mondo e crescere con una solida istruzione.

Infine, Gino ha condiviso un ricordo personale, raccontando di un momento in cui ha trovato sua madre mentre dipingeva, esprimendo la gioia di aver finalmente trovato del tempo per sé stessa. Queste parole racchiudono l’essenza di una donna che ha dedicato la sua vita agli altri, ma che ha sempre avuto un sogno nel cassetto, un sogno che rimarrà vivo nella memoria di chi l’ha amata.

Le parole di Gino

“Mia madre si è sempre messa in coda a tutti, aveva dei sogni, stava aspettando il momento giusto per realizzarli: scrivere, dipingere… prima ha fatto la mamma, poi si è occupata di papà, di noi figli, sembrava che fosse arrivato il momento giusto per lei, poi l’immenso dolore della morte di Giulia, perfino lei, che è stata sempre la più forte di tutti, non ha saputo più dove aggrapparsi”