Le condizioni di Martina Patti dal giorno in cui è chiusa nel carcere per l’omicidio della figlia
Le condizioni di Martina Patti dal giorno il cui è chiusa nel carcere: le parole del suo legale
Si trova nel carcere di Piazza Lanza, Martina Patti è accusata dell’omicidio aggravato e di occultamento di cadavere di sua figlia, di appena 4 anni. Il suo legale ora sta lavorando per capire quale sarà la strategia da usare per difenderla durante il processo.
Elena Del Pozzo avrebbe compiuto 5 anni a luglio. Il giorno prima della sua morte, era andata a casa dei nonni paterni. I genitori si erano separati da poco tempo ed il papà, aveva conosciuto una nuova fidanzata.
Martina Patti dal racconto dell’ex, era gelosa del rapporto che la figlia aveva con lui. Infatti ha provato più volte a metterli l’uno contro l’altra, ma non essendo riuscita nel suo obiettivo, ha deciso di ucciderla.
La donna dalle parole del suo legale, Gabriele Celesti, dal giorno in cui è in carcere: “Non è serena!” Gli agenti la tengono sotto stretto controllo, poiché credono che possa suicidarsi o possa essere aggredita dalle altre detenute.
Il Gip per le indagini preliminari, ha deciso di disporre la sua custodia cautelare in carcere, perché si pensa che possa uccidere ancora, fuggire o inquinare le prove.
La ricostruzione di ciò che ha fatto Martina Patti alla figlia
La 23enne dalle informazioni emerse, ha ucciso la piccola in preda ad una furia omicida. Nel racconto non ha mostrato nessun pentimento. In un video ripreso dalle telecamere dell’asilo, la donna è andata a riprendere la figlia, abbracciandola, proprio come gli altri giorni.
L’ha portata a casa e, alla fine, dopo esser uscita con la scusa di un gioco, ha portato la figlia in un campo vicino l’abitazione. Subito dopo le ha inflitto 11 coltellate, ha chiuso il corpo semi svestito in cinque sacchi neri e l’ha sepolta in una buca.
Prima di confessare il suo gesto, ha inscenato un rapimento. Ha detto ai suoi familiari che tre uomini armati l’avevano bloccata ed avevano portato via la figlia, all’uscita dalla scuola.
Solo 24 ore dopo, ha deciso di ammettere ciò che aveva fatto, portando appunto gli agenti nel luogo in cui la piccola era sepolta. Ora le forze dell’ordine sono a lavoro per ricostruire i punti oscuri dietro il terribile episodio.