Le dichiarazioni di Alberto di Pisa, ex procuratore capo di Marsala, sul caso di Denise Pipitone
Alberto di Pisa intervistato ai microfoni di Storie Italiane: le parole dell'ex procuratore capo di Marsala
L’ex procuratore capo di Marsala, Alberto di Pisa, è stato intervistato durante la trasmissione Storie Italiane ed ha espresso la sua opinione sul caso della piccola Denise Pipitone.
L’uomo è convinto che la bimba scomparsa a Mazara del Vallo sia ancora viva e che la pista giusta da seguire, sia proprio quella del video della guardia giurata. Perché secondo il suo parere, Danas al 90% era proprio Denise Pipitone.
Ha sottolineato i troppi misteri intorno alle intercettazioni di Jessica Pulizzi. La ragazza, secondo le prove, potrebbe aver preso la bimba e poi potrebbe averla consegnata in altre mani. Purtroppo allora non ci sono stati elementi certi che potevano trovare certezze in quella che è rimasta negli anni soltanto un’ipotesi.
Noi abbiamo un’intercettazione in cui Jessica dice che “a casa l’ho portata” e da lì è stata probabilmente traferita da qualcuno in un campo di zingari. La bambina della famosa foto a Milano è Denise. Perché ha il suo stesso taglio sul viso e parla il dialetto locale. Quando la Corona fa una specie di interrogatorio alla figlia e le chiede se è stata lei, in realtà è una recita perché sapeva di essere intercettata.
Alberto di Pisa e il racconto della piccola bara bianca
Ai microfoni della trasmissione tv, l’ex procuratore capo ha raccontato un episodio da brividi. Durante le indagini, arrivò una lettera anonima che diceva che Denise Pipitone era stata uccisa e seppellita in un campo vicino a Mazara del Vallo.
La Procura decise di scavare nel punto indicato, dove qualcuno aveva seppellito una piccola bara bianca vuota. Dopo tutte le analisi e gli esami sulle tracce, gli inquirenti non trovarono nessun riscontro con la bambina. Era forse un segnale? Un brutto scherzo?
Un altro mistero che va ad aggiungersi a tutti quelli che da 17 anni avvolgono la scomparsa della piccola Denise Pipitone.
Nella giornata di ieri, i Carabinieri hanno ascoltato una ragazza di 19 anni a Scalea, dopo la segnalazione di una parrucchiera. Danasa, questo il suo nome, ha dichiarato pubblicamente di non essere la bimba scomparsa, ma se dovessero ritenere necessario fare il confronto del DNA, ha dichiarato di essere disposta a sottoporsi al test.