L’avvocato del killer di Lecce: “Antonio comincia a ricordare qualcosa in più”
Sabato scorso è avvenuto il colloquio di Antonio De Marco con i suoi avvocati e con i suoi genitori
Continuano le indagini e i colloqui che vedono come protagonista Antonio De Marco, il ragazzo reo confesso del duplice omicidio di Lecce. Proprio l’altro ieri, sabato 10 ottobre, il 21 enne aspirante infermiere ha incontrato sia i suoi avvocati, sia i suoi genitori. Il consiglio che tutti gli danno, è quello di aprirsi e di dire tutta la verità.
Inizialmente difeso da un avvocato affidatogli d’ufficio, subito dopo, la famiglia di De Marco ha assunto per lui due legali di fiducia, Andrea Starace e Giovanni Bellisario.
Sabato scorso i due avvocati si sono recati nel carcere di Lecce, dove l’assassino di Daniele De Santis ed Eleonora Manta è rinchiuso dal 27 di settembre.
L’obiettivo di tutti è quello di continuare a scavare tra i ricordi sbiaditi e le difficoltà ad aprirsi di Antonio, tutti dettagli che continuano a far resistere un velo di mistero legato soprattutto al movente che abbia spinto il ragazzo a compiere l’efferato omicidio.
Uscito dal colloquio, l’avvocato Andrea Starace si è ritenuto soddisfatto di come De Marco si è posto e si è dichiarato speranzoso riguardo ad una prossima ulteriore apertura del suo assistito. Queste le parole del legale a Adnkronos:
Nella prossima settimana ci aspettiamo che nuovi spiragli si aprano. Lo abbiamo visto deciso e convinto a fare maggiore chiarezza. Qualcosa in più pare che la stia ricordando e potrebbe ricordare anche altro. Ci possono essere novità da questo punto di vista.
Antonio De Marco e i colloqui con la sua famiglia
Terminato l’incontro con i suoi difensori, il ragazzo ha poi avuto modo di incontrare i suoi genitori, per la prima volta da quando è stato rinchiuso in carcere.
Fino ad ora aveva ricevuto la visita di sua sorella e del parroco del carcere, don Sandro.
L’argomento che accomuna tutti questi colloqui che il killer ha affrontato nel corso delle ultime settimane, è sempre e solo uno. Quello di ricordare quanto prima l’esatta dinamica dell’accaduto e di aprirsi completamente agli inquirenti.
Molto speranzoso a riguardo, oltre che ai suoi avvocati, è anche il cappellano del carcere, don Sandro. Settimana scorsa il prete ha incontrato Antonio e, a seguito di una lunga confessione, ha raccontato alla stampa le sue impressioni.
Il parroco ha spiegato che Antonio è molto confuso ma che si è dimostrato anche molto collaborativo. Il suo, ha affermato il prete, è un percorso appena iniziato che lo porterà a stare molto tempo da solo con i propri pensieri. Pensieri con i quali dovrà fare i conti.