Lo sfogo della moglie di Giuseppe Sorvillo, uno dei cinque operai morti: “L’ho scoperto da Facebook”
Lo ha scoperto aprendo Facebook e leggendo un articolo, la moglie di uno dei 5 operai morti si è sfogata sulla tragedia di Brandizzo
Lo ha scoperto aprendo Facebook e vedendo il nome di suo marito tra le vittime della strage di Brandizzo. Giuseppe Sorvillo era uno dei cinque operai rimasti travolti dal treno, mentre stava effettuando dei lavori di manutenzione sui binari.
Daniela ha scelto di sfogarsi pubblicamente, perché si è sentita abbandonata dallo Stato italiano. Lo ha fatto attraverso un’intervista rilasciata a il Corriere della Sera. Ha saputo di aver perso suo marito quando, aperto Facebook, ha visto un articolo che parlava di un treno che aveva investito cinque operai.
Ho saputo dell’incidente e della morte di mio marito da Facebook. Nessuno si è degnato di venire a dirmi che mio marito era morto quella notte. Mi sono sentita abbandonata dallo Stato.
La donna ha perso una parte importante della sua vita, il papà dei suoi figli di 7 e 9 anni. Fortunatamente, grazie al supporto della comunità, dei genitori dei compagni dei suoi bambini e del Sindaco di Brandizzo, sta trovando la forza per andare avanti. Il Primo Cittadino ha dato vita ad una raccolta fondi per aiutare lei e i piccoli a sostenere tutto ciò che sta e dovrà affrontare.
Le parole del Sindaco per la moglie di Giuseppe Sorvillo, uno dei cinque operai investiti dal treno
Brandizzo è stata colpita severamente dalla tragedia occorsa sui binari la notte del 30 agosto, dove 5 persone hanno perso la vita. Non lo dimenticheremo mai. Ma adesso ho un impegno da portare avanti. Sostenere con ogni mezzo Daniela e i suoi due bambini. Hanno necessità urgenti, giornaliere, importanti, come qualsiasi altra famiglia e Beppe non c’è più. In sua memoria e per aiutare Daniela si è aperta una raccolta fondi.
Sono cinque gli operai che hanno perso la vita in quella indimenticabile notte. Sotto accusa sono finiti l’addetto Rfi e il capo cantiere, unici due sopravvissuti. Il primo è accusato di aver dato l’ok ai suoi operai e di averli fatti scendere sui binari, nonostante non avesse ricevuto il nullaosta dalla stazione e nonostante fosse stato avvisato di un treno in ritardo.