Lo strazio del papà del piccolo Christian Menin, il bimbo di 6 anni morto in piscina
Il doloroso racconto di Emanuele, il papà del piccolo Christian Menin morto a 6 anni nella piscina
Emanuele, il papà di Christian Menin morto a 6 anni nella piscina, ha deciso di rompere il silenzio. Lui e la moglie vogliono la verità su ciò che è accaduto, poiché continuano a sostenere che il piccolo era tranquillo e pacato. Hanno anche detto che non si sarebbe mai tuffato in acqua da solo perché non sapeva nuotare.
Una vicenda drammatica, che ha spezzato i cuori di tutti. La famiglia ora chiede giustizia, vogliono capire se i soccorsi siano arrivati in tempo per salvarlo.
Il dramma è avvenuto nel pomeriggio di lunedì 9 agosto, intorno all’ora di pranzo. Precisamente nelle piscine della struttura Conca Verde, che si trova a San Pietro in Gu, in provincia di Padova.
Il piccolo era con i suoi genitori e la sua sorellina di 8 mesi. Il loro scopo era quello di passare una giornata fuori porta, all’insegna del divertimento e della spensieratezza. Tuttavia, alle 13:00 la bagnina ha trovato il bimbo di 6 anni con la faccia rivolta verso in basso dentro la vasca, profonda circa un metro e venti.
Quando lo ha tirato fuori era privo di sensi. Per questo ha lanciato in fretta l’allarme ai sanitari. I medici intervenuti hanno provato a rianimarlo tempestivamente e lo hanno anche trasportato all’ospedale locale. Alla fine però, non hanno potuto far altro che constatare il suo decesso.
Gli inquirenti hanno avviato le indagini del caso ed il sostituto procuratore ha anche disposto l’autopsia sul corpo. Vogliono capire se il bambino si sia tuffato da solo o se abbia avuto un malore improvviso.
Le parole del papà del piccolo Christian Menin
Christian non vedeva l’ora di andare in piscina. Verso l’ora di pranzo si è allontanato dalla nostra postazione dicendo che sarebbe andato a giocare un attimo con un amichetto. Era un bambino pacato, non sapeva nuotare, non si sarebbe mai tuffato in acqua.
Non abbiamo capito bene cosa sia successo. I soccorsi del 118 hanno fatto il possibile, anche gli addetti della piscina quando se ne sono accorti.
Ma il nostro dubbio è che lo abbiano fatto troppo tardi. Il nostro timore è che con una maggiore attenzione lo avrebbero potuto salvare. Saranno le indagini a dirlo. Noi ancora non ci capacitiamo di quello che è successo, non riusciamo a crederci, è un dolore troppo grande da assorbire.