L’ultimo straziante addio a Rossella Nappini: una folla commossa al San Filippo Neri
Fiori rossi e bianchi a ricoprire la bara di Rossella Nappini: nella giornata di ieri l'ultimo saluto all'infermiera uccisa a Roma
Nel pomeriggio di ieri, alla presenza di tantissime persone, si è celebrato il funerale di Rossella Nappini, l’infermiere di 52 anni uccisa a Roma lo scorso 4 settembre. Le esequie si sono tenute nel cortile dell’ospedale di San Filippo Neri, dove lei lavorava e che per lei rappresentava una seconda casa. Tantissime rose bianche e rosse e scarpette rosse, come simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.
Sebbene si sia scelto di tenere la cerimonia in forma privata, coloro che hanno voluto dare l’ultimo saluto a Rossella, nel pomeriggio di ieri, erano lo stesso tantissimi.
La cerimonia funebre si è tenuta in uno spazio nel cortile dell’ospedale di San Filippo Neri, dove l’infermiera lavorava e trascorreva la maggior parte del suo tempo.
A celebrare la messa, di fronte ad una folla completamente distrutta dal dolore, il vescovo ausiliario di Roma, monsignor Benoni Ambarus, ha pronunciato una commovente omelia:
Desiderava sposarsi, ed ora è stata vestita da sposa. Hanno sottolineato in tanti che questo ospedale per te sembrava più casa tua che quella vera. Non facevi distinzione tra le persone e le trattavi alla pari. Hanno sottolineato in tanti che tu eri un’affamata di vita e di amore e che cercavi l’amore. Come tutti noi che siamo tutti poveri d’amore e speriamo nell’inconscio di essere amati, e che qualcuno ci accolga così come siamo.
Hai terminato e chiuso la tua esistenza terrena in modo violento e drammatico, ma noi possiamo dire una cosa, a noi stessi e a te, Rossella: ora sei nella pienezza, ora vedi tutto e cogli tutto. Il padre ti accoglie come figlia nella sua casa. Grazie per quello che sei stata e quello che hai fatto. Ti ringraziamo anche a nome di tutte le persone malate di cui ti sei presa cura nella tua esistenza.
Le indagini per il femminicidio di Rossella Nappini
Accusato per il reato di omicidio volontario e aggravato di Rossella Nappini è Adil Harrati.
L’uomo, un operaio marocchino di 45 anni con il quale la donna aveva in precedenza avuto una relazione, nel pomeriggio di lunedì scorso l’avrebbe aspettava nell’androne del palazzo in cui lei viveva.
Successivamente l’ha aggredita e accoltellata circa 20 volte, soprattutto all’addome, provocandole una morte atroce.
Sottoposto all’interrogatorio di garanzia in carcere, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Seguiranno aggiornamenti sull’andamento delle indagini.