“Luminosa come il cielo” Un’altra vita spezzata, aveva 34 anni: prima di morire Azzurra ha preso un’importante decisione
Pur di mettere al mondo il bambino che portava in grembo ha sacrificato la sua stessa vita
“Azzurra, di nome e di fatto, luminosa come il cielo di una giornata di sole”. Antonella Furlan ricorda così la figlia, Azzurra Carnelos, una giovane donna di 34 anni forte e caparbia, propensa a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno, anche durante le difficoltà.
Originaria di Oderzo (Treviso), aveva affrontato nel 2019 un tumore al seno, sconfitto grazie alla capacità di risollevarsi sempre, in ogni circostanze, senza mai chiudersi a riccio nel dolore. Allora la sua principale preoccupazione era di poter diventare mamma.
Azzurra Carnelos: la storia della donna che pur di mettere al mondo il suo piccolo ha sacrificato la sua stessa vita
Nonostante il ritorno della malattia durante la gravidanza, ha lottato con determinazione, conservando il sorriso sul volto per il bene del bimbo che portava in grembo. In lei era connaturato un forte istinto materno, e avrebbe corso anche dei rischi pur di arrivare al concepimento, fino a sospendere le cure contro il cancro.
Quella lotta portata avanti con consapevolezza di sé e dei propri mezzi ha portato ai risultati sperati il 2 agosto, quando il piccolo Antonio è venuto alla luce, portando gioia nella vita di Azzurra e Francesca.
A dispetto delle sfide poste lungo il cammino, Azzurra ha trovato conforto nell’amore di familiari e amici, conscia di essere fortunata ad avere delle persone accanto.
Francesco le è rimasto accanto in qualunque circostanza, nella buona e nella cattiva sorte, dando dimostrazione di un sentimento incondizionato. Al peggiorare della malattia, anziché fare marcia indietro, ha raddoppiato gli sforzi. Se prima era una figura di supporto, i tristi sviluppi lo hanno spinto a votarsi totalmente alla causa. È rimasto accanto ad Azzurra giorno e notte, fino al 14 aprile, quattro giorni prima del suo compleanno.
Completato gli studi in maniera brillante, aveva trovato un posto gratificante in banca. La famiglia ha deciso di devolvere le offerte alla terapia intensiva neonatale dell’Ospedale Cà Foncello di Treviso.