“L’uomo è uscito di casa con…”Sharon Verzeni, parla la pm Maria Cristina Rota: il racconto della confessione
La pm Maria Cristina Rota riferisce in conferenza stampa la svolta in merito alle indagini sul caso dell'omicidio di Sharon Verzeni
Nella giornata di oggi, venerdì 30 agosto , ad un mese esatto dall’omicidio della giovane Sharon Verzeni si è finalmente giunti alla svolta decisiva del caso. Ad uccidere la barista 33enne sarebbe stato l’uomo ripreso in bici dalle videocamere di sorveglianza: Moussa Sangare. La pm Maria Cristina Rota, in occasione della conferenza stampa indetta per oggi alle 12, ha spiegato le ultime, concitate fasi delle indagini che hanno portato all’individuazione prima e all’arresto poi del sospettato.
Le dichiarazioni della procuratrice Maria Cristina Rota
Queste le parole della procuratrice facente funzioni a Bergamo, Maria Cristina Rota, che raccontano i recenti sviluppi sul caso dell’omicidio di Sharon Verzeni:
“Stanotte, al termine di serratissime indagini, siamo pervenuti ad identificare il soggetto in bicicletta. Nel corso della nottata ha prima reso spontanee dichiarazioni, poi piena confessione. L’attività di indagine è stata agevolata dalla collaborazione da parte di due cittadini stranieri che si sono presentati spontaneamente in caserma per riferire ciò a cui avevano assistito. Grazie alle loro dichiarazioni e all’analisi delle telecamere è stato possibile ricostruire l’intero percorso del ciclista nella via dell’omicidio”.
Ritrovati gli abiti e l’arma del delitto
La confessione di Sangare ha consentito agli investigatori di ritrovare sia gli abiti che indossava quella tragica notte che l’arma del delitto.
La procuratrice ha poi aggiunto: “L’uomo è stato sottoposto a fermo come indiziato di delitto”. Mentre nel corso della conferenza stampa, il comandante dei carabinieri ha sottolineato: “Metodo e perseveranza ci hanno consentito di risolvere questo caso”.
La minaccia rivolta a due ragazzini
Maria Cristina Rota ha approfittato della conferenza stampa anche per dichiarare quanto segue:
“Approfitto per lanciare un invito a due ragazzini di 15-16 anni nei cui confronti il presunto autore del fatto di sangue, come da lui dichiarato, prima di scegliere e individuare a caso come vittima la signora Verzeni avrebbe puntato il coltello minacciandoli. Erano presenti sulla scena del crimine e a oggi non si sono ancora presentati. Li invito a presentarsi in una caserma affinché forniscano un riscontro a quanto acquisito”.
Ed ha infine aggiunto:
“Ha desistito con i due ragazzini per poi incontrare Sharon Verzeni che si trovava nel posto sbagliato nel momento sbagliato”.
Nessun movente: vittima ed assassino non si conoscevano
La pm ha specificato inoltre che: “Non c’è stato alcun movente, non si conoscevano e non hanno mai avuto contatti”.
Il presunto killer, ha spiegato, è: “un uomo trentenne, cittadino italiano originario di un altro paese a cui gli investigatori sono arrivati grazie all’aiuto di due persone che erano presenti e hanno raccontato quanto avevano visto. È uscito di casa con quattro coltelli, con l’intenzione di colpire qualcuno“.
Dietro l’omicidio di Sharon Verzeni non si nasconde alcuna motivazione a sfondo sessuale, religioso o personale: “Poteva essere la signora Verzeni o chiunque di noi che transitava”.
La reazione del presunto killer
“Né durante le dichiarazioni spontanee né durante l’interrogatorio, Moussa Sangare ha mai dimostrato di essere sotto l’effetto di sostanze alcoliche o di droghe”.
La pm Maria Cristina Rota ha detto che l’uomo si è dimostrato “dispiaciuto per quello che ha fatto“, e che intorno alle 4:00 di questo mattino avrebbe deciso di liberarsi dal peso della sua tragica azione.