Lutto nel mondo dello sport: Alessandro Talotti è morto a 40 anni
Grave lutto nel mondo dello sport, il campione Alessandro Talotti è morto a 40 anni: ha lasciato un bimbo di pochi mesi
Un gravissimo lutto ha colpito il mondo dello sport nelle scorse ore. Il campione di salto in alto, Alessandro Talotti è morto all’età di 40 anni, ha lasciato la moglie e il figlio di pochi mesi. Purtroppo aveva un tumore, che con il passare del tempo è diventato sempre più aggressivo e non gli ha lasciato scampo.
Una notizia drammatica che ha fatto presto il giro del web. In molti hanno voluto pubblicare un messaggio sui social, per poterlo salutare un’ultima volta.
Alessandro Talotti è stato uno dei migliori saltatori in alto d’Italia. Ha partecipato a due olimpiadi e a quella di Atene è arrivato alle finali. Ha partecipato anche ai Mondiali, agli Europei e ai campionati italiani.
Da ormai molti anni stava combattendo contro un tumore allo stomaco, che è risultato essere molto più grave del previsto. Il giorno in cui ha scoperto di essere malato, quella che all’epoca era la sua compagna, ha scoperto di essere in dolce attesa.
Il piccolo Elio è venuto al mondo solo pochi mesi fa. Inoltre, Alessandro e la campionessa di pattinaggio a rotelle, Silvia Stibilj, mamma del suo bimbo, sono riusciti a coronare il loro sogno solo pochi giorni fa. I due si sono sposati lo scorso 7 maggio.
Il suo tragico decesso è avvenuto nella mattinata di ieri, domenica 16 maggio. Di conseguenza, la notizia della sua scomparsa si è diffusa molto velocemente.
Il racconto di Alessandro Talotti sulla sua malattia a novembre
I medici mi chiedevano ogni volta se me la sentivo di affrontare un nuovo ciclo di chemio, io rispondevo di sì. Se nella tua vita è stata superata un’asticella a due metri e venti, il tuo corpo diventa così sensibile da percepire ed amplificare ogni minimo fastidio.
Il lavoro che il saltatore fa su stesso è annullare quel dolore, risparmiare le forze e trovare segnali positivi in altre parti del corpo sottraendo energia alle negatività.
Non ho mai mollato, ho superato anche gli incubi, prima di entrare nelle sale della terapia, uguali a quelli irrazionali che ti vengono di fronte a un’asticella troppo alta e ti paralizzano.