Marco Bianchi ha scritto una lettera alla madre di Willy Monteiro Duarte
Dalla cella del carcere in cui è rinchiuso, Marco Bianchi ha scritto una lettera alla madre di Willy, proclamandosi ancora innocente
Willy Monteiro Duarte, secondo il pm, la notte tra il 5 e 6 settembre del 2020, è morto “per la lucida follia degli imputati, per la lucida follia del branco”. Il chiaro riferimento è a Marco Bianchi, suo fratello Gabriele, Mario Pincarelli e Francesco Bellegia. Per i due fratelli è stato chiesto l’ergastolo, ma Marco non ci sta e continua a dichiararsi innocente. Lo ha fatto anche in una lettera inviata all’Adnkronos e indirizzata soprattutto alla madre del ragazzo ucciso.
Quella notte, tutto è successo in pochi secondi, Willy era intervenuto in difesa di un suo amico e la cosiddetta “banda di Artena” è entrata in azione a sua volta, sfogando un’ira che alla fine ha posto fine alla vita del giovane capoverdiano.
Le accuse per i fratelli Bianchi, per Mario Pincarelli e Francesco Belleggia sono gravissime. Per Gabriele e Marco Bianchi, lo scorso 12 maggio, il pm del tribunale di Frosinone ha chiesto l’ergastolo.
Ma loro non ci stanno, continuano a inneggiare alla loro innocenza ed indicare come colpevole della morte di Willy Francesco Bellegia.
Marco Bianchi, dal carcere in cui si trova rinchiuso, ha scritto una lettera all’Adnkronos diretta soprattutto alla mamma di Willy.
La lettera di Marco Bianchi
Ho toccato il fondo. Ecco la vostra soddisfazione. È una cosa che non auguro a nessuno, la sensazione di essere da soli, al buio. Sono andato giù, ma oggi ho deciso di rialzarmi e combattere per la verità e per la vita.
Cosi Marco Bianchi esordisce nella sua lettera. Poi prosegue spiegando che è innocente e che sia lui che suo fratello Gabriele sono vittime di un processo mediatico. Mentre Bellegia: “con ancora il sangue sulle scarpe se ne sta tranquillo a casa sua”.
Poi si rivolge direttamente alla madre di Willy:
Signora mia ogni volta che ho la possibilità di guardarla, vedo il dolore e l’odio che può provare per chi le ha portato via suo figlio. È lo stesso sentimento che leggo negli occhi di mia madre, che è morta dentro e prova rancore per il vero colpevole, il bugiardo che ha rinchiuso i suoi figli in carcere al suo posto, per un crimine che non hanno commesso.
Bianchi ha detto alla signora che, se fossero stati loro gli artefici della morte di Willy, non avrebbero mai avuto il coraggio di guardarla in faccia come invece hanno fatto fino ad ora.
Non ci saremo mai permessi di negare le nostre responsabilità per tornare liberi. Io, personalmente, mi sarei sentito sporco e infame.