Mariupol in mano all’esercito russo, l’annuncio delle forze dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk
Ecco cosa sta succedendo nella città distrutta dalle bombe russo
L’annuncio sembra essere ufficiale, anche se arriva solo dalle forze dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. La città di Mariupol sarebbe in mano all’esercito russo. Sicuramente è una delle città simbolo di questa guerra che sta sconvolgendo l’Ucraina e l’Europa intera. Tanto che il leader ucraino Zelensky l’ha citata in tutti i suoi discorsi di fronte ai governi di tutto il mondo.
L’agenzia di stampa governativa russa Tass ha infatti dato l’annuncio, citando come fonte quella del vice ministro dell’informazione dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Daniil Beznosov, secondo cui l’esercito russo avrebbe il pieno controllo della città che si trova nel sud del paese.
Su Mariupol la pulizia della città continua, il centro è già sotto il nostro pieno controllo.
Proprio nella giornata di ieri Vadym Boichenko, sindaco di Mariupol, aveva chiesto che venissero evacuati tutti i civili presenti ancora all’interno della città, per evitare quella che inevitabilmente sarebbe diventata la più grande catastrofe umanitaria di questo conflitto in corso da più di un mese.
Secondo quanto riferito del primo cittadino della città simbolo della guerra, a Mariupol c’erano ancora 160mila persone intrappolate, che vivono da settimane senza elettricità e riscaldamento, sotto le bombe russe. A quanto si apprende l’esercito russo non avrebbe dato una via d’uscita ai bus in attesa di portare in salvo i civili. Mentre Mosca accusa che le milizie nazionaliste usassero i cittadini come scudi umani.
Mariupol in mano all’esercito russo, perché Putin è così ossessionato dalla città ucraina?
Secondo gli esperti Putin ha come priorità il controllo delle regioni di Donetsk e Lugansk, anche se continua a bombardare il resto del paese. Anche se la capitale, Kiev, riesce ancora a tenere, nonostante l’intensificarsi delle esplosioni.
Mariupol è fondamentale come conquista, per poter avere un corridoio via terra tra la Crimea, già in mani russe, e le zone del Dunbass controllate dai separatisti.