Martino Benzi e il suo blog: cosa scriveva l’uomo sul suo sito
Matematica, scienza e fiabe e storie per suo figlio: cosa si legge nel blog che Martino Benzi ha curato per alcuni mesi nel 2012 e 2013
Mentre ci si interroga sul perché Martino Benzi, stimato ingegnere informatico 67enne di Alessandria, abbia sterminato la sua famiglia, se stesso compreso, si cerca di capire anche chi fosse quest’uomo. Alcune risposte potrebbero trovarsi nel blog che lui ha curato per qualche tempo e nel quale ha raccontato se stesso e in alcuni casi anche la sua famiglia.
Sono tutti sotto shock ad Alessandria per quanto accaduto nella mattinata di ieri. Martino Benzi, ingegnere informatico di 67 anni, ha ucciso sua moglie, suo figlio e sua suocera, prima di togliersi la vita a sua volta.
Nessuno ancora riesce a dare una spiegazione o a trovare una motivazione valida per cui un uomo apparentemente tranquillo, appartenente ad una famiglia altrettanto ‘normale’ e rispettabile, abbia potuto compiere un gesto simile.
Mentre le autorità indagano per capire cosa sia effettivamente scattato nella sua mente, si cerca anche di capire chi fosse Martino Benzi. E per farlo in molti hanno visitato e letto il suo blog, dove l’uomo si è raccontato per alcuni mesi nel periodo tra il 2012 e il 2013.
Il blog di Martino Benzi
Sono uno che — nato nel 1956 — si è deciso a fare un figlio a cinquant’anni, età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno. Allora non stupitevi se questo blog, a volte, presenterà dei contenuti stranamente incongrui per il pacato gentiluomo che dovrei e vorrei essere.
Così si presentava Benzi ai suoi lettori, parlando dunque subito di suo figlio, al quale successivamente aveva anche dedicato altre lettere.
Nei suoi articoli Martino aveva parlato delle sue passioni, come la matematica ricreativa e la divulgazione scientifica. Ma anche di ciò di cui, sebbene lo interessasse, aveva deciso di non parlarne troppo. Come la politica ad esempio.
Il Figlio. Diverse volte aveva parlato di Matteo e, seppur ironicamente, di quanto fosse orgoglioso di lui. Del primo dentino perso o delle favole, poi diventate storie, che gli aveva raccontato da piccolo oppure scritto per lui, per quando fosse diventato adolescente. Di seguito un estratto delle sue scritture:
Mi piace raccontare. E scrivere. Ho incominciato a farlo seriamente il giorno in cui mio figlio ha compiuto diciotto mesi e all’inizio era la trascrizione delle favole raccontate a lui, poi sono diventate storie per quando fosse stato più grande. Avete presente “Morfologia della fiaba” di Vladimir Propp? Visto che dall’ultima glaciazione si diventa adulti con questo tipo di racconti, il papà voleva contribuire personalmente a dissestare l’equilibrio psichico del pupo. Peccato che i romanzi per ragazzi incominciati pensando a lui avanzino molto lentamente nel mio hard disk — accidenti, quanto è complicato scrivere romanzi “per ragazzi” — e ben difficilmente saranno pronti prima che il pargolo vada al liceo e, forse, allora, non gli piaceranno nemmeno un po’.