Martino Benzi: il racconto del giardiniere della RSA
La straziante testimonianza del giardiniere della RSA di Alessandria in cui Martino Benzi ha portato a termine la sua mattanza
I giornalisti di Mattino Cinque News hanno intervistato il giardiniere della casa di riposo Michel di Alessandria, struttura nella quale due giorni fa, in tarda mattinata, si è consumato il terribile omicidio suicidio di Carla Schiffo e Martino Benzi. L’uomo è stato il primo ad arrivare sul posto e a trovare i due cadaveri a terra. Il racconto straziante dell’operaio.
Il primo ad accorgersi di quello che era successo mercoledì mattina nel giardino della RSA Michel di Alessandria, è stato il giardiniere della struttura.
L’uomo, intervistato da Mattino Cinque News, ha raccontato che in quei momenti era intento nei soliti lavori di manutenzione del cortile, quando ha sentito delle urla.
Si è avvicinato ed ha trovato Martino Benzi agonizzante a terra con un coltello piantato nella gola. Successivamente ha visto anche il corpo senza vita di Carla Schiffo, 80enne paziente della struttura e suocera del killer.
Il giardiniere ha anche spiegato che né lui ne le altre persone intervenute in quei momenti hanno trovato un biglietto. Anche perché, spiega l’uomo, non hanno toccato nulla e nessuno fino all’arrivo delle forze dell’ordine e dei soccorritori.
Il gesto estremo di Martino Benzi
A compiere questa vera e propria mattanza, come detto, è stato Martino Benzi, 67enne stimato ingegnere informatico.
Il piano di Benzi, portato a termine alla perfezione, prevedeva l’uccisione di tutti i membri della sua famiglia, se stesso compreso.
Nelle prime ore del mattino, a casa sua in via Lombroso, ha prima ucciso il figlio Matteo, di soli 17 anni, e poi la moglie Monica, 55enne con problemi di salute.
Subito dopo si è lavato, cambiato, e presumibilmente a piedi ha raggiunto la RSA di piazza Divina provvidenza. Ha preso la suocera in camera e l’ha accompagnata in giardino, proprio come faceva ogni giorno. Lì, su una panchina, ha prima ucciso lei e poi ha rivolto l’arma verso se stesso.
Il movente
Si indaga ora per chiarire il movente di questa strage. Il motivo che ha spinto un uomo definito da tutti “normale” a compiere un gesto assurdo, agghiacciante.
La risposta potrebbe trovarsi nel biglietto scritto e lasciato da Benzi a casa. Un foglio su cui ha scritto: “Sono rovinato, non c’è via di scampo. La colpa è solo mia“.
Le indagini sono ora concentrate sui conti del 67enne e sulla sua situazione economica e finanziaria.