Massimo Bossetti è tornato a parlare dopo l’ultima sentenza della Cassazione: “Ora tocca a me”
L'uomo accusato di omicidio è più sicuro che mai a dimostrare la sua innocenza
Sono passati quasi 11 anni da uno dei casi più tristi e sconvolgenti della cronaca nera. Stiamo parlando dell’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate Sopra, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata tre mesi dopo a Chignolo D’Isola. Imputato assoluto della vicenda Massimo Bossetti che sin da subito si è dichiarato innocente, nonostante le prove a suo sfavore.
Sin dal primo arresto l’uomo ha sottolineato la sua innocenza ed ha spesso rilasciato delle dichiarazioni tramite i suoi legali. Sin dalla prima condanna non si è mai arreso ed ha lottato dal carcere affinché venisse dimostrata l’innocenza che ha sempre professato.
L’imputato numero uno dell’omicidio della piccola Yara recentemente ha confessato:
Non ho ucciso io Yara, finalmente qualcuno mi ha ascoltato e potrò dimostrare che non sono un assassino.
È stata questa la reazione di Massimo Bossetti in riferimento alla decisione della Cassazione di esaminare da parte della difesa 98 e più reperti mai analizzati e visionati.
Tra questi, potranno essere visionati pantaloni e vestiti della vittima insieme a più 54 campioni di DNA che saranno decisivi per la formulazione della condanna. Lo scopo della revisione delle prove da parte della difesa sarà la ricerca di prove che serviranno per la revisione della sentenza.
Tra questi, potranno essere visionati pantaloni e vestiti della vittima insieme a più 54 campioni di DNA che saranno decisivi per la formulazione della condanna. Lo scopo della revisione delle prove da parte della difesa sarà la ricerca di prove che serviranno per la revisione della sentenza.
Massimo Bossetti è detenuto nel carcere milanese di Bollate. E grazie a questa sentenza può tornare a sperare per un’eventuale revisione del processo. Infatti, il processo definitivo del 2018 si era concluso con la condanna dell’ergastolo per l’uomo accusato di omicidio della 13enne Yara.
La prova che ha incastrato Massimo Bossetti
Prova schiacciante che ha permesso di individuare Bossetti come assassino di Yara fu una traccia di DNA individuata sui pantaloni della ragazzina. Da questa traccia, attraverso poi una mappatura estremamente estesa della popolazione vicino a Brembate Sopra, si era arrivati a Massimo Bossetti. L’uomo, però, si è sempre dichiarato innocente ed è speranzoso per questa nuova decisione della Cassazione affinché, come precisato da lui, si possa arrivare finalmente alla verità.