Matteo Messina Denaro: una donna si è presentata dai Carabinieri
Una donna ha ammesso di aver frequentato Matteo Messina Denaro, ma di non aver mai saputo che fosse il boss di Cosa Nostra
Una donna si è presentata spontaneamente alla caserma dei Carabinieri di Campobello di Mazara, raccontando del suo rapporto con Matteo Messina Denaro. Ha spiegato agli agenti di averlo frequentato per circa un anno, ma di non aver mai saputo che fosse il boss di Cosa Nostra. Una versione che, tuttavia, non ha affatto convinto gli inquirenti.
Gli agenti del Ros hanno disposto una perquisizione all’abitazione della donna. Ma non è ancora emerso se siano stati trovati elementi importanti. Così come non è noto se gli abiti trovati nel covo appartengano a lei. Gli inquirenti hanno fatto sapere che sono sulle tracce di una seconda donna, che avrebbe frequentato l’abitazione in vico San Vito.
Due donne di circa 50 anni, un’imprenditrice e una commerciante, entrambe collegate a Matteo Messina Denaro.
Indiscrezioni parlano anche di un’auto costosa che apparterrebbe ad una delle due e che, forse, potrebbe esserle stata regalata dal boss. Tuttavia i familiari avrebbero già messo a tacere le voci, affermando che si tratterebbe di un’acquisto fatto dalla stessa donna, trovatasi dinanzi ad una buona occasione.
Gli agenti sarebbero arrivati alle donne, grazie ai loro numeri di telefono, scritti sull’agenda del Padrino.
Le ipotesi sono, al momento, quelle di una compagna del passato e di un’amante quotidiana, che frequentava il suo nascondiglio.
La salute di Matteo Messina Denaro
Matteo Messina Denaro ha parlato con i medici in carcere ed è già stato sottoposto a chemioterapia. È stato descritto come un uomo garbato, con la paura di morire.
Avrebbe infatti pregato i dottori di curarlo con le migliori terapie, come quelle usate in Israele.
Non ho avuto un’educazione culturale, ma ho letto centinaia di libri. Sono informato sulle cure, vi prego di poter essere trattato con farmaci e terapie migliori.
Lo stesso team medico, lo avrebbe rassicurato, informandolo che saranno seguite tutte le procedure che sono previste dai protocolli internazionali.
Le ultime notizie divulgate parlano di altri falsi documenti rinvenuti dagli inquirenti. Sembrerebbe che Andrea Bonafede non sia stato l’unico alias usato dal boss.