Michele Misseri e Sarah Scazzi: lo zio continua a dire di essere lui il colpevole
Michele Misseri continua a insistere sulla sua confessione: lui continua a dire di essere il vero assassino della nipote, Sarah Scazzi. Presto uscirà di prigione
Lo zio Michele Misseri sulla nipote Sarah Scazzi continua a insistere, come all’indomani del ritrovamento del corpo della giovane ragazza. L’uomo, che potrebbe presto uscire dall’istituto penitenziario di Lecce, dove ormai si trova da qualche tempo, continua a ribadire di essere lui il colpevole, di essere stato lui a togliere la vita alla nipote, per scagionare così moglie e figlia.
Michele Misseri continua a dire di essere lui il colpevole del decesso della nipote Sarah Scazzi, deceduta nel 2010. Alla fine del mese di ottobre l’uomo potrebbe finire di scontare la pena presso il carcere di Lecce, dove si trova per la condanna per occultamento di cadavere.
Michele Misseri, che si è sempre definito l’assassino dell’omicidio di Avetrana, dovrebbe presto terminare la pena di otto anni commitata e potrebbe già tornare in libertà, come confermato dal difensore dell’uomo, Luca Latanza.
Misseri ha ottenuto una serie di sconti di pena grazie alla buona condotta dimostrata in cella. E anche la legge svuota carceri gli ha permesso di ridurre la pena di qualche mese, visto che avrebbe dovuto concludersi nel 2025.
Inoltre, a pesare sulla sua detenzione anche le condizioni precarie della reclusione. Come si può leggere nel reclamo presentato dall’avvocato a fine 2022 per “l’inumanità delle condizioni della detenzione nel periodo dal 9 marzo 2017 al 14 ottobre 2022. Il condannato assume che, in tale periodo, è stato detenuto in cella in cui: non vi erano 3 metri quadrati a disposizione per ciascun detenuto e non vi era l’acqua calda nei bagni né era presente la doccia“.
Michele Misseri, “Sarah Scazzi l’ho uccisa io”: lo zio continua a ribadirsi colpevole
Il 6 ottobre del 2010 lo zio ammise di fronte al pm Mariano Buccoliero di essere l’omicida della nipote. Aveva anche indicato il luogo dove si trovava il pozzo dove aveva nascosto, nelle campagne di Avetrana, il suo corpo.
Nove giorni dopo ritrattò, coinvolgendo la figlia Sabrina Misseri. In seguito cambiò di nuovo versione, accollandosi il delitto della nipote 15enne. Ma i giudici hanno sempre ritenuto colpevoli la moglie Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri. Le due donne stanno scontando l’ergastolo a Taranto.