Milano, 18 enne ricoverato al San Raffaele di Milano, è in rianimazione: positivo al COVID-19
Milano, brutte notizie dall'ospedale San Raffaele, un ragazzo di 18 anni è in rianimazione, anche lui positivo al COVID-19. L'emergenza sanitaria sale
Milano, ospedale San Raffaele, un ragazzo di soli 18 anni risulta essere ricoverato nel reparto di rianimazione: anche lui sarebbe positivo al COVID-19. Il Coronavirus non risparmia nessuno, sebbene, come ormai saprete, il rischio lo corrono soprattutto gli anziani anche i più giovani devono stare attenti ed attenersi alle norme emanate dal Governo
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Medici e infermieri di ogni ospedale rinnovano l’appello: state a casa. Il ragazzo è stato ricoverato nella giornata di ieri, lunedì 9 marzo, come riportano anche le testate di TGCOM e Messaggero.
Attualmente non riusciamo a darvi notizie più dettagliate riguardo al giovane. Ci atteniamo però alle parole dell’assessore Giulio Gallera:
“Non esiste un farmaco, non esiste un vaccino contro il coronavirus l’unico modo per combattere l’epidemia è ridurre drasticamente la nostra vita sociale ed evitare gli spostamenti. Il 33 per cento dei ricoverati lombardi in terapia intensiva ha un età compresa tra i 50 e i 64 anni. Quindi, anche se il 37 per cento degli intubati ha tra i 65 e i 74 anni e il 22 per cento è over 75, non è vero che il virus aggredisce soltanto gli anziani”
Inoltre, l’assessore ci aggiorna anche sull’ultimo bollettino, proprio ieri sono stati registrati 5.469 casi positivi al Coronavirus in Lombardia, ovvero “1.280 di più di ieri”.
I ricoverati non terapia intensiva aumentano di 585 (2.802 attualmente), mentre quelli in terapia intensiva sono 440 (+41 rispetto a ieri. I dimessi risultano essere 646, 333 il numero dei decessi (+ 66 rispetto a ieri)
Inoltre, è di poche ore fa la notizia della morte di un consigliere comunale di Piacenza, Nello Pavesi. L’uomo aveva 68 anni ed era ricoverato da giorni in ospedale per i medesimi motivi.
Un medico dell’Humanitas di Milano inoltre spiega quanto sta accadendo: “La situazione è a dir poco drammatica. Come medico non mi tranquillizza affatto che i più gravi siano prevalentemente anziani con altre patologie. La popolazione anziana è la più rappresentata nel nostro Paese. Vi assicuro, poi, che quando vedrete gente giovane che finisce in terapia intensiva intubata, pronata o peggio in Ecmo, tutta questa tranquillità per la vostra giovane età vi passa”.