Mino Raiola: come è morto il super procuratore italiano?
Il ricovero di gennaio, poi mesi di dura lotta e il tragico epilogo finale: si attendono conferme sulle reali cause della morte di Mino Raiola
Dopo mesi di lotta, purtroppo ieri, sabato 30 aprile, Mino Raiola si è spento per sempre. Il super procuratore sportivo, rappresentante legale di alcuni tra i più grandi calciatori più forti degli ultimi decenni, si è dovuto arrendere alla malattia polmonare che lo affliggeva. Ma come è morto il 54enne originario di Nocera Inferiore?
Il trambusto degli ultimi giorni legato a Raiola ha scosso inevitabilmente il mondo dello sport e in particolare quello del calcio. Un paio di giorni fa, una fuga di notizie false aveva dato per morto il super procuratore.
Nel giro di poche ore, poi, la notizia era stata smentita prima da Alberto Zangrillo, direttore dell’Ospedale San Raffaele di Milano, e poi dallo stesso Mino, che tramite un post su Twitter si era detto arrabbiato per la fake news. Queste le parole del post:
Il mio attuale stato di salute per chi se lo stesse chiedendo: furioso! Visto che per la seconda volta in quattro mesi mi hanno dato per morto. Ora sembra che io sia anche in grado di resuscitare.
Un messaggio che, nonostante la conferma di Zangrillo riguardo alla serietà delle sue condizioni, aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti i sostenitori di Mino.
Mino Raiola e le cause della morte
Ha combattuto con tutte le sue forze per altri due giorni Mino Raiola, ma alla fine si è dovuto arrendere alla morte. Questa volta non c’è stato spazio per i dubbi, visto che l’annuncio è arrivato direttamente dalla famiglia del procuratore.
La morte, per il 54enne, è arrivata dopo mesi durissimi di lotta con una patologia polmonare che aveva portato degli aggravamenti dallo scorso gennaio.
A inizio anno infatti si era diffusa la notizia di una sua presunta operazione d’urgenza e di un suo ricovero nel reparto di terapia intensiva del San Raffaele.
Anche in quel caso la notizia era stata smentita dalla famiglia, che aveva parlato di interventi ed esami programmati e quindi non urgenti.
La realtà non si conoscerà finché la famiglia non deciderà, quando e se fare chiarezza.
Alcuni hanno parlato del suo aggravarsi a seguito del contagio da Covid-19, ma anche questa notizia era stata smentita.