Morte della piccola Diana Pifferi: fissata la data per l’incidente probatorio sulle tracce di latte
Gli esami sulle tracce di latte nel biberon della piccola Diana Pifferi, saranno determinati per le accuse contro la madre Alessia Pifferi
L’incidente probatorio sulle tracce di latte nel biberon della piccola Diana Pifferi, è stato fissato per il prossimo 30 gennaio. Sono trascorsi mesi dal decesso di quella bambina di 18 mesi, lasciata sola in casa per 6 lunghi giorni e morta di stenti.
La posizione della madre Alessia Pifferi, dopo i risultati, potrebbe aggravarsi. Gli inquirenti hanno sospettato, sin da subito, della possibilità che la donna possa aver sedato la sua bambina.
Due le motivazioni che li hanno fatti giungere a tale conclusione. La boccetta di En rinvenuta in cucina, che è risultata appartenere ad un uomo con cui Alessia aveva avuto una relazione e dal fatto che nessun vicino abbia sentito la bambina piangere, mentre si spegneva lentamente.
Se l’esito dovesse essere positivo, verrà contestata all’accusata anche la premeditazione. Se risulterà che la Pifferi abbia sedato la bambina, per tenerla calma fino al suo rientro, vorrà dire per l’accusa che fosse consapevole di quanto sarebbe potuto accadere.
Nel frattempo, il Gip ha rifiutato la richiesta della difesa sull’analisi di due tazzine rinvenute nella cucina dell’abitazione: “Accertamenti inutili e dispersivi”.
La confessione della madre della piccola Diana Pifferi
Alessia Pifferi si trova in prigione dal giorno del ritrovamento della piccola Diana Pifferi. La stessa madre ha confessato di averla lasciata sola, per cercare di recuperare il rapporto con il suo compagno.
Si è recata a Leffe, dove l’uomo vive, senza la bambina, dicendogli che l’aveva lasciata al mare con la sorella. Alla famiglia, invece, raccontava di una babysitter inesistente.
Non era la prima volta che lasciava Diana da sola, ma non lo aveva mai fatto per così tanti giorni. Durante la sua lontananza, Alessia è anche tornata a Milano con l’uomo, poiché quest’ultimo doveva sbrigare delle faccende di lavoro. Ma non si è nemmeno preoccupata di passare a controllare la piccola, ha dichiarato di non aver voluto rovinare quel “rapporto”, già burrascoso.
Dai risultati dell’autopsia, è emerso che la bambina di 18 mesi è deceduta due giorni prima del suo ritrovamento.
L’accusa è ora in attesa dei risultati sulle tracce di latte, che saranno determinanti. Così come la difesa, è in attesa di scoprire se nel latte ci siano tracce di ansiolitico e in quali quantità. Se la Pifferi verrà accusata di premeditazione, non sarà più possibile per i suoi legali, chiedere il rito abbreviato. E verrà richiesto il giudizio immediato con l’accusa di delitto pluriaggravato.