Napoli, violenza domestica: picchia la moglie incinta e provoca la morte del feto
Caso di violenza domestica a Napoli: denunciato uomo di 29 anni, per aver picchiato la moglie incinta e provocato la morte del feto
Fermato un uomo di 29 anni di Napoli, Angelo Esposito, con l’accusa di violenza domestica. Ha picchiato la moglie incinta di 6 mesi e provocato la morte del bambino che aveva in grembo. Lo scorso 13 luglio, l’uomo ha portato la donna all’ospedale San Giovanni Bosco. Dopo la visita, il team medico ha individuato diverse fratture e lividi in varie parti del corpo della gestante.
Vista la gravità della situazione, i medici hanno deciso di ricoverarla e durante gli ulteriori controlli, è arrivata la spiacevole notizia: il bambino che aveva in grembo era morto.
Sulla vicenda è intervenuta la Questura, che dopo varie indagini ha scoperto che la donna era già stata vittima di maltrattamenti da parte di Esposito, nel 2016. Non solo, è risultato che dallo scorso mese di marzo, l’uomo la costringeva a starsene in casa e spesso era vittima dei suoi sfoghi di rabbia.
Le forze dell’ordine hanno denunciato il ventinovenne, che ora è in stato di fermo.
La violenza domestica
Si tratta dell’ennesimo caso di violenza domestica, finito con la morte di una piccola anima innocente. Sono tante le associazione a favore delle donne vittime di maltrattamenti. La paura di denunciare è tanta e molte continuano a subire, per amore della propria famiglia o per paura delle conseguenze.
La violenza domestica non porta soltanto a problemi fisici, ma anche a problemi psicologici, isolamento sociale, perdita del lavoro e nei peggiori casi, alla morte.
Secondo un’indagine dell’ISTAT, sono più di 6 milioni le donne che hanno subito violenza nella loro vita, da ex partner o partner attuali. C’è sempre da tener presente che sono dati inesatti, per il semplice fatto che non tutte trovano il coraggio di confessare. Molte donne sono state o sono vittime silenziose.
La legge tutela da questo tipo di situazioni e ci sono numeri gratuiti da poter chiamare, pronti ad ascoltare ed aiutare. In questo periodo di emergenza sanitaria, si può richiedere la mascherina 1522.