“Ne aveva 60” proseguono le indagini su Andrea Prospero: la clamorosa svolta sul caso dello studente di Perugia
Indagini in corso sulla morte di Andrea Prospero, il 19enne trovato senza vita a Perugia, con focus su dispositivi elettronici, cellulari e presunta coinvolgimento in truffe e attività illecite.
Nei prossimi giorni saranno resi noti i risultati preliminari degli accertamenti tecnici condotti sui dispositivi elettronici appartenenti ad Andrea Prospero, il giovane di 19 anni trovato senza vita il 29 gennaio scorso in un appartamento di Perugia. Questo studente, scomparso il 24 gennaio, è al centro di un’indagine che si concentra su cinque cellulari, sessanta schede SIM e il contenuto del suo computer.

Andrea Prospero era scomparso il 24 gennaio intorno all’ora di pranzo. Era uno studente iscritto al primo anno della facoltà di Informatica presso l’Università di Perugia e originario di Lanciano. Il giorno della sua scomparsa, avrebbe dovuto incontrare la sorella gemella Anna, ma dopo aver letto i suoi messaggi non si è presentato all’appuntamento. Le indagini sono iniziate rapidamente, portando al ritrovamento del suo corpo, avvenuto il 29 gennaio in un monolocale a Perugia, affittato dallo stesso Andrea per il mese di gennaio, senza che i suoi genitori ne fossero a conoscenza.
Il rinvenimento del cadavere ha suscitato interrogativi sulla vita segreta del giovane. Le indagini hanno rivelato che il 19enne possedeva una carta di credito non intestata a lui e almeno quattro cellulari di cui non si conosce la provenienza. Inizialmente, gli inquirenti avevano considerato l’ipotesi del suicidio, ma la famiglia non crede che sia avvenuto volontariamente. I genitori sostengono che Andrea potrebbe essere stato vittima di un omicidio o di un inganno che lo ha portato a situazioni pericolose. Le indagini continuano, con nuovi dettagli che emergono ogni settimana.
Tra gli elementi più allarmanti, si segnala che Andrea aveva in possesso ben sessanta schede SIM e cinque telefoni, tutti sequestrati dalle autorità. Inoltre, il contenuto del suo computer è stato recuperato, nonostante le iniziali difficoltà nel farlo. Questo aspetto è cruciale per la ricostruzione delle ultime settimane di vita del giovane e delle sue interazioni online.
La presenza di barbiturici e l’ipotesi di intossicazione
Accanto al corpo di Andrea sono stati trovati involucri vuoti di blister di barbiturici, farmaci per i quali non risultano prescrizioni a suo nome. Ciò ha portato a ipotizzare che il giovane potesse averli acquistati online o che potessero essere stati portati nell’appartamento da terzi con l’intento di nuocergli. Sarà fondamentale attendere i risultati dei test tossicologici per capire se questi medicinali siano stati la causa della sua morte.
Inoltre, è stata rinvenuta una corda nel bagno dell’appartamento, il cui utilizzo rimane incerto. Non è chiaro se Andrea l’avesse portata con sé il giorno della sua scomparsa, quando ha lasciato lo studentato per recarsi nell’appartamento dove è stato trovato morto. Gli inquirenti stanno esaminando ogni dettaglio per chiarire le circostanze della sua morte.
Le schede SIM e i cellulari
Le autorità hanno rinvenuto quattro cellulari nell’appartamento affittato da Andrea, e la sorella ha fornito un quinto dispositivo. Questi telefoni sono stati sequestrati per le indagini, così come le sessanta schede SIM trovate tra i suoi effetti personali. Gli inquirenti stanno cercando di determinare a chi fossero intestate queste schede e quale fosse il loro utilizzo. Secondo il legale Carlo Pacelli, le analisi forniranno risposte cruciali su queste domande nei prossimi giorni.
La rilevanza di questi dispositivi è amplificata dalla possibilità che alcune delle SIM non fossero intestate ad Andrea, il che porterebbe a dover identificare i legittimi proprietari. Le indagini si concentrano anche sul contenuto di queste schede, che potrebbero rivelare ulteriori dettagli sulla vita del giovane e sulle sue interazioni sociali.
L’ipotesi della chiavetta USB per transazioni online
Recentemente, è emersa l’ipotesi di una chiavetta USB legata a transazioni virtuali online. Tuttavia, il legale Pacelli ha specificato che non vi è alcuna evidenza concreta di una tale chiavetta. Si è parlato di possibili attività legate alle criptovalute, ma l’accesso a tali piattaforme avviene attraverso i dispositivi elettronici, non tramite chiavette USB. Il computer portatile di Andrea, acquistato poco prima della sua morte, è considerato fondamentale per ricostruire le sue attività online e le relazioni sociali negli ultimi tempi.
Il computer portatile e l’appartamento in affitto
Il computer portatile trovato nell’appartamento in affitto era noto ai familiari, e Andrea lo utilizzava per i suoi studi universitari. Tuttavia, la situazione riguardante l’appartamento è più complessa. I familiari non erano a conoscenza del fatto che Andrea avesse preso in affitto quel monolocale, sollevando interrogativi sui pagamenti e su chi avesse stipulato il contratto. Queste domande sono cruciali per le indagini in corso, e si attende un chiarimento con i risultati delle perizie sui dispositivi elettronici.
Le carte di credito rinvenute
All’interno dell’appartamento, è stata trovata una carta di credito gettata nel water, intestata a una persona che ha dichiarato di non conoscere Andrea e di non aver mai denunciato il furto della tessera. Questo solleva interrogativi su come il giovane fosse in possesso di una carta bancaria non sua. Si ipotizza la possibilità che Andrea fosse coinvolto in attività illecite, come il carding, una pratica che consente lo scambio non autorizzato di dati delle carte di credito. Nel portafogli del giovane è stata trovata un’altra carta con un’intestazione diversa, aggiungendo ulteriori misteri alla vicenda.