Neonati sepolti in giardino, l’ex fidanzato di Chiara Petrolini rompe il silenzio: cosa ha dichiarato
Tramite il suo avvocato, l'ex fidanzato di Chiara Petrolini, Samuel, ha espresso il desiderio di riconoscere i suoi due figli
A parlare adesso e a descrivere i sentimenti che lo animano in questo momento è Samuel, l’ex fidanzato di Chiara Petrolini, la 21enne di Vignale di Traversetolo sottoposta ai domiciliari per omicidio premeditato e soppressione di cadavere.
Le sue parole, intrise di sconforto e frastornamento, sono state diffuse attraverso la voce del suo avvocato Monica Moschioni e pubblicate dalla Gazzetta di Parma:
“Sono completamente frastornato. Non ho ancora realizzato cosa sia successo. E soprattutto non so più chi ho conosciuto, chi era Chiara. Mi sembra di essere finito in un film terribile. Appena le procedure lo permetteranno vorrei riconoscere i miei bambini, dargli un nome e organizzare una cerimonia”.
Samuel ignorava che Chiara fosse incinta
La tesi sostenuta e portata avanti da Samuel, sin dall’inizio di questa tragica vicenda, è sempre stata quella secondo la quale lui delle gravidanze di Chiara non ne ha mai saputo nulla. Gravidanze scoperte nel peggiore dei modi possibili.
Il legale del giovane, Moschioni, ha spiegato come tante informazioni inerenti il caso il suo assistito le abbia scoperte tramite gli organi di stampa:
“Su molti aspetti abbiamo saputo gli sviluppi dalla stampa. Non abbiamo ancora ricevuto una copia dell’ordinanza, non abbiamo ancora un documento che definisca in modo ufficiale che Samuel è il padre dei due bambini. Ci vorrebbe un po’ di quiete, di silenzio. Ricordiamoci che Samuel in questa storia è una parte offesa. Eppure certe ricostruzioni frettolose lo hanno dipinto in maniera sbagliata, alludendo a chissà quali colpe che non ha assolutamente”.
Un castello di bugie
Giovedì prossimo, Chiara Petrolini avrà la possibilità di esporre al giudice per le indagini preliminari la sua versione dei fatti che, al momento, risulta caratterizzata da una montagna di bugie e contraddizioni. Probabilmente, il timore del giudizio della famiglia, del fidanzato e degli amici avrebbe spinto la giovane a tentativi maldestri di ricostruire gli accadimenti in modo tale da alleggerire la propria posizione.
Al momento, non risulta ancora chiaro se la 21enne, assistita dall’avvocato Nicola Tria, deciderà di rispondere alle domande o si avvarrà della facoltà di non rispondere.
Fra le tante bugie dichiarate dall’indagata, vi è anche quella relativa al fatto che il neonato partorito il 7 agosto fosse nato morto. Le analisi mediche effettuate, infatti, hanno rivelato che il piccolo aveva respirato, prima di perdere la vita dissanguato a causa di un rudimentale taglio del cordone ombelicale eseguito con forbici da cucina.
Si contesta inoltre alla 21enne la sua dichiarazione circa il fatto che lei, in realtà, quel bimbo lo volesse. Una tesi di fatto smentita dalla scoperta da parte degli inquirenti della natura delle sue costanti e compulsive ricerche fatte online.
Chiara ha anche negato di aver assunto droghe, ma in realtà sarebbe stato accertato il suo uso di marijuana.