Neonati sepolti in giardino, parla la datrice di lavoro di Chiara: “Cosa faceva sempre in piscina”

Chiara avrebbe tentato di nascondere la gravidanza con comportamenti ambigui: la rivelazione della sua datrice di lavoro

Il caso di Chiara, una giovane di 21 anni accusata di aver ucciso e sepolto i suoi due neonati nel giardino della propria casa a Traversetolo, ha sollevato interrogativi e preoccupazioni. La testimonianza della responsabile del centro estivo dove la ragazza lavorava come animatrice fornisce dettagli inquietanti sulla sua vita e sul suo comportamento durante il periodo in cui si trovava in gravidanza. Le indagini hanno portato alla luce elementi che fanno riflettere sulle dinamiche psicologiche e sociali che possono accompagnare situazioni così drammatiche.

Dettagli sulla vita di Chiara

Durante il periodo in cui lavorava al centro estivo, Chiara mostrava comportamenti che, alla luce delle recenti rivelazioni, assumono un significato diverso. La responsabile del centro ha dichiarato che la giovane non si toglieva mai la maglia neppure nelle giornate più calde, un atteggiamento che inizialmente non destava preoccupazione, considerando che altre ragazze si comportavano in modo simile. Tuttavia, questa scelta di nascondere il corpo, attraverso un abbigliamento inadeguato per il clima, ha alimentato i sospetti riguardo alla sua possibile gravidanza. La testimonianza è stata riportata nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto della ragazza per omicidio volontario.

Nonostante i rapporti stretti con Chiara, la responsabile del centro non aveva mai sospettato della sua gravidanza. Secondo quanto emerso dalle indagini, Chiara non mostrava segni evidenti, come un aumento di peso, e il suo stile di vita non lasciava trasparire alcun indizio di una condizione delicata. La ragazza era nota per il suo consumo di alcolici e sostanze stupefacenti, comportamenti che, secondo la testimonianza della responsabile, avvenivano senza alcuna apparente preoccupazione.

Le gravidanze nascoste

Chiara ha mantenuto il segreto sulle sue gravidanze, risalenti al maggio 2023 e all’agosto 2024, ingannando amici, familiari e colleghi. Le indagini hanno rivelato che la giovane ha continuato a vivere la sua vita come se nulla fosse, negando di essere incinta e continuando a frequentare il centro estivo. La responsabile ha affermato che Chiara, durante le pause e gli aperitivi, consumava bevande alcoliche insieme alle altre animatrici, senza mai far trasparire segni di una gravidanza in corso.

Inoltre, la testimonianza ha svelato che Chiara ha mentito riguardo a dolori mestruali, cercando di giustificare la sua condizione. In effetti, la responsabile ha dichiarato che, durante l’ultima settimana di luglio, Chiara affermava di avere il ciclo, una bugia che si rivelò essere parte della sua strategia per nascondere la verità sulla sua gravidanza. La giovane ha partorito il suo secondo bambino il 7 agosto, ma la vita del neonato è stata tragicamente interrotta.

Il contesto e le conseguenze

Il caso di Chiara non è solo una vicenda criminale, ma mette in luce anche le difficoltà e le pressioni che molte giovani donne possono affrontare. La testimonianza della responsabile del centro estivo offre uno spaccato di una realtà complessa, dove la paura del giudizio e la mancanza di supporto possono portare a decisioni estreme e drammatiche. L’isolamento sociale e la stigma riguardante la maternità in giovane età possono giocare un ruolo significativo in situazioni come questa.

Le indagini continuano, con gli inquirenti che cercano di comprendere le dinamiche che hanno portato a questo tragico epilogo. Gli esperti si interrogano sulle possibili misure di prevenzione e supporto che potrebbero essere attuate per evitare che simili situazioni si ripetano in futuro. La storia di Chiara rappresenta un triste monito riguardo alla necessità di una maggiore sensibilità e attenzione nei confronti delle giovani madri e delle loro sfide quotidiane.