“Non era Thomas Bricca il loro obiettivo, ma ero io”. Omar racconta la sua verità sui social
Un amico di Thomas Bricca è convinto di essere lui il vero obiettivo dei killer e che il 19enne sia stato preso per sbaglio
Thomas Bricca non era l’obiettivo dei due killer che hanno aperto il fuoco e lo hanno colpito alla testa, mettendo per sempre fine alla sua vita. Questo è quanto pensano gli amici e la famiglia. Gli inquirenti stanno ancora cercando i colpevoli.
Un amico di Thomas Bricca, un ventenne di nome Omar, ha voluto raccontare sui social la sua verità, dopo averla detta anche alle forze dell’ordine.
Il ragazzo è certo che fosse proprio lui l’obiettivo di quelle persone. Purtroppo, il 19enne indossava quel giorno il suo stesso giubbotto bianco e per questo avrebbero commesso l’errore.
Omar è certo che alla base dell’agguato ci sia il razzismo. Lui è il figlio di un conosciuto ambulante della zona ed ha origini magrebine. Nel suo video, che si è velocemente diffuso attraverso i social, il 20enne racconta che pochi giorni prima quelle stesse persone avevano picchiato un ragazzo perché aveva risposto in lingua araba. Lui si era presentato per sporgere denuncia il sabato precedente, ma gli avevano detto di tornare il successivo lunedì.
Le parole di Omar, amico 20enne di Thomas Bricca
Quel colpo era diretto a me. Lo so. Ma la verità verrà presto a galla. È iniziato tutto per razzismo, questa è la verità. Sabato in 7 persone hanno picchiato un ragazzo egiziano perché ha risposto in arabo alle loro provocazioni. L’hanno pestato davanti a tutti, c’erano famiglie e bambini. Io già sabato volevo fare la denuncia, invece la denuncia non la potevo fare. Dovete passare lunedì, mi hanno detto. Poi domenica si sono presi le botte loro, doveva finire lì con ‘Budella’ buttato giù. Ma non si doveva arrivare a questo, a tre colpi di pistola.
Budella sarebbe uno dei due fratelli che si è presentato, con il suo legale, spontaneamente in caserma e che si sarebbe detto estraneo ai fatti. Aveva un alibi ed è stato rilasciato a piede libero.
Omar si è poi rivolto a tutti i coetanei di Alatri, chiedendo loro di presentarsi agli inquirenti e di raccontare la verità. Il 20enne è convinto che quelle persone volevano prendere lui e che lo avrebbero fatto pedinare, per poi incaricare qualcuno di compiere la spedizione punitiva.
Tuttavia, la pista del razzismo sembra con convincere. Alla base di tutto potrebbe esserci anche altro. L’unica cosa certa è che ad Alatri era nata una guerra tra gang. Due bande che volevano controllare il territorio e dimostrare chi era più forte.
Omar si troverebbe ora sotto protezione, lontano dalla città:
Mi sento solo. Solo come un cane.
Martedì verrà eseguita l’autopsia sul corpo senza vita di Thomas Bricca. La salma sarà poi restituita alla famiglia, che potrà organizzare il funerale.