“Non era una festa, ma un rito” Alex Marangon è stato ucciso da una sostanza particolarissima e vietata in Italia: le gravi scoperte degli inquirenti
Il Sol Del Putamayo è un rito in cui si assume un veleno ricavato dalle rane, venduto come rimedio efficace contro l'asma: costa 400 euro ma Alex ha pagato con la vita
Alex Marangon, barista 25enne di Marcon, è stato ritrovato privo di vita su un isolotto del fiume Piave a Ciano del Montello il 2 luglio, due giorni dopo la sua scomparsa. Secondo le prime ricostruzioni, Marangon aveva partecipato a un rito sciamanico noto come Sol del Putamayo, che prevede l’assunzione di ayahuasca e secrezioni velenose di una rana amazzonica, pratiche che potrebbero aver contribuito al suo decesso.
Alex Marangon aveva deciso di prendere parte a questo rituale di “cura con la forza della foresta”, guidato dallo sciamano Andrea Zuin e dalla sua compagna Tatiana Marchetto. Il costo oscillava tra i 200 e i 400 euro. Marangon, affetto da asma, cercava una medicina alternativa e aveva riposto speranze in questa cerimonia. Tra le 3 e le 6 del mattino, Alex si sarebbe allontanato dal luogo della cerimonia, scomparendo poi nel nulla.
Durante la cerimonia, Alex avrebbe potuto assumere ayahuasca, una sostanza psichedelica vietata in Italia, con reazioni uguali all’LSD. Si sarebbe sottoposto anche al rituale Kambo, che prevede l’applicazione della secrezione cutanea di una rana amazzonica su ferite appositamente create tramite bruciatura sulla pelle. Questa pratica, ritenuta purificatrice, comporta però gravi effetti collaterali come vomito, diarrea, edema, tachicardia e, in casi di intossicazione, danni agli organi interni e convulsioni, potenzialmente letali.
Le indagini e i primi risultati
Inizialmente, si era pensato che la scomparsa di Marangon fosse legata a un allontanamento volontario o a un passo falso nel fiume. Le indagini hanno rivelato però dettagli inquietanti. Il procuratore di Treviso, Marco Martani, ha dichiarato:
“Allo stato non ci sono evidenti segni di annegamento, e nemmeno di morte violenta. Decisivi saranno i risultati dell’autopsia”.
Il PM Giovanni Valmassoi ha aperto un fascicolo per decesso in seguito ad altro reato, senza però iscrivere alcun indagato al momento.
L’incarico dell’autopsia è stato conferito all’anatomopatologo Alberto Furlanetto che esaminerà il corpo per determinare la presenza di acqua nei polmoni, escludendo o meno l’annegamento. Saranno effettuati anche test tossicologici per stabilire la presenza di droghe, alcol o decotti di ayahuasca e altre sostanze utilizzate nel rituale. Particolare attenzione sarà rivolta alle ferite riscontrate sul corpo, tra cui un occhio tumefatto, forse in seguito ad una caduta e una lacerazione addominale, ascritta ad un morso di volpe. Entrambi gli elementi escludono violenze esterne.
Le testimonianze e le ultime ore di Alex
I genitori di Alex hanno escluso la presenza di riti satanici, confermando che il giovane si era allontanato dal gruppo per dirigersi verso il fiume. Alcuni amici presenti alla cerimonia hanno riferito di averlo visto e seguito per un breve tratto, per poi tornare indietro. La cerimonia, inizialmente descritta come una festa, si sarebbe trasformata in un incontro ristretto su invito, cui Alex sarebbe stato introdotto da un conoscente. Secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri, Marangon avrebbe assunto l’ayahuasca sia nel pomeriggio che la sera della scomparsa. Dopo la prima assunzione, Alex avrebbe fatto un bagno nel Piave sotto la supervisione di altri partecipanti. Dopo la seconda assunzione, non è stato più visto vivo.
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