Nuova colpo di scena per il caso di Alberto Stasi accusato di aver ucciso Chiara Poggi, la decisione potrebbe mettere la parola fine a questa storia
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato irricevibile il ricorso di Alberto Stasi, confermando la condanna per l'omicidio di Chiara Poggi e chiudendo un lungo processo giudiziario.
La recente decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo potrebbe rappresentare un punto di arrivo in uno dei processi più complessi e controversi degli ultimi anni. Il caso in questione coinvolge Alberto Stasi, il quale, attualmente quarantenne, ha già da tempo ottenuto la possibilità di lavorare all’esterno del carcere di Bollate.
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Il caso di Alberto Stasi e l’omicidio di Chiara Poggi
Il caso di Alberto Stasi è legato all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco, in provincia di Pavia, il 13 agosto 2007. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha dichiarato irricevibile il ricorso presentato dalla difesa di Stasi, il quale era stato condannato nel 2015 a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata. Questa sentenza rappresenta un ulteriore capitolo di una vicenda che ha suscitato grande attenzione mediatica e controversie legali.
Stasi, che ha sempre proclamato la propria innocenza, ha visto il suo percorso giudiziario caratterizzato da un susseguirsi di sentenze, tra cui due assoluzioni nel 2009 e nel 2011, successivamente annullate. La condanna definitiva è giunta dopo un lungo e complesso iter processuale, culminato in un processo d’appello bis, nel quale la difesa ha sollevato questioni relative alla mancanza di equità e alla lesione del diritto a un giusto processo. Stasi sosteneva che non fosse stata concessa l’audizione di un testimone considerato fondamentale per la sua difesa.
La decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo
La Corte ha esaminato il ricorso e ha stabilito che la condanna di Stasi si fondava su diversi elementi di prova, ritenendo che le dichiarazioni del testimone non avessero un peso decisivo per la responsabilità penale dell’imputato. Secondo i giudici, le affermazioni del testimone avrebbero piuttosto contribuito a rafforzare il quadro probatorio già esistente contro Stasi. Di conseguenza, la scelta della Corte d’Assise d’Appello di non ascoltare nuovamente il testimone non ha compromesso l’equità del processo.
La Corte europea ha quindi respinto il ricorso come manifestamente infondato, chiudendo così un capitolo che ha tenuto banco per oltre un decennio. Questa decisione segna una tappa importante nel lungo cammino legale di Alberto Stasi, il quale si trova a dover scontare una pena di 16 anni per omicidio semplice, dopo che l’aggravante della crudeltà è stata esclusa.
La situazione attuale di Alberto Stasi
Attualmente, Alberto Stasi ha 40 anni e, dalla fine del 2023, ha ottenuto la possibilità di lasciare la sua cella ogni giorno per recarsi a lavorare all’esterno della casa circondariale di Bollate, per poi rientrare in serata. Questa opzione è un segno della sua progressiva reintegrazione nella società, nonostante la gravità della condanna a suo carico. Stasi continua a professarsi innocente e a lottare per la propria riabilitazione, sperando in un futuro che possa eventualmente portare a un nuovo esame del suo caso. Le implicazioni di questa vicenda non riguardano solo la vita di Stasi, ma sollevano anche questioni più ampie sui diritti umani e sulla giustizia, tema centrale in ogni discussione legata a processi di tale rilevanza.